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Cronaca

Un capitolo si chiude per la Costiera Amalfitana con la decisione irrevocabile di demolire il Marina Grande e altre strutture balneari, nonostante le proteste e le contestazioni legali

Amalfi: ordinanza di demolizione per lo stabilimento Marina Grande

Il Comune di Amalfi ha emesso un'ordinanza definitiva per la demolizione dello storico stabilimento balneare Marina Grande, segnando la fine di un'era per la comunità locale e il settore turistico. La controversia, iniziata nel 2007, culmina nonostante i tentativi di appello e le conferme di regolarità da parte dei proprietari.

Inserito da (Admin), lunedì 30 giugno 2014 10:57:44

Il Marina Grande, uno degli storici stabilimenti balneari di Amalfi, dovrà essere demolito. E con esso altre strutture dell'arenile amalfitano. E' quanto stabilito in via definitiva dal settore Edilizia Pubblica e Privata del Comune di Amalfi con ordinanza numero 20/14 datata 26 giugno 2014. Un provvedimento di diffida non rinnovabile, che giunge nel pieno della stagione estiva.

In realtà la controversia era cominciata nel 2007 con una relazione dell'ufficio antiabusivismo della Soprintendenza redatta in seguito ad alcuni accertamenti. Poi la comunicazione di avvio del procedimento da parte dell'ufficio tecnico del Comune di Amalfi, notificata agli inizi dell'anno seguente, il ricorso al TAR da parte della proprietà con cui si ottenne l'annullamento della nota dell'UTC. E nonostante la presentazione di relazioni tecniche e di tutte le autorizzazioni (che a dire della proprietà sarebbero in regola), nonché degli immancabili ricorsi il provvedimento di demolizione con diffida non rinnovabile è stato ugualmente confermato (l'approfondimento tecnico sarà fornito nei prossimi giorni). Vicende oramai all'ordine del giorno in Costiera Amalfitana.

Amareggiata la famiglia Esposito, proprietaria della struttura "messa in piedi" sulla spiaggia della "Marina Grande", nel 1935 da Nicola Esposito, padre dell'indimenticato Arturo, tra i pionieri del turismo amalfitano dagli anni ‘60 ed oggi, con il suo ristorante, tra le strutture più rinomate della cittadina marinara, preferita da diversi personaggi del jet set internazionale.

«Oltre a rappresentare il risultato di anni e anni di lavoro e di fatica da noi profusi- spiega il titolare Gianpaolo Esposito -rappresenta anche la prova di una costruzione e di un'edificazione condotta nel tempo attraverso il massimo rispetto di tutte le norme urbanistiche e paesaggistiche succedutesi alle varie epoche. È una struttura nata ben prima degli anni '80, costruita sulla base di Concessioni Edilizie regolarmente ottenute in più epoche, di autorizzazioni paesaggistiche sempre concesse di fronte a strutture realizzate senza insulti per le bellezze naturali dei mari che le ospitano, di concessioni demaniali regolarmente ottenute e rispettate e, non ultimo, di percorsi e vagli amministrativi sempre puntualmente superati».

Esposito non risparmia polemiche a Palazzo San Benedetto, sicuro di avere le "carte in regola".

«Oggi- prosegue -per mero spirito autolesionistico e muovendosi verso chi opera anche per il bene di un'intera comunità turistica - proprio l'Amministrazione Comunale, invece di schierarsi al fianco di chi lavora con correttezza, trasparenza e legalità per la tutela di un nome prestigioso nel mondo intero, firma ed emette provvedimenti fortemente sanzionatori di ben più gravi misure repressive, ignorando documentazioni, relazioni ed autorizzazioni che, ad essa formalmente ed ufficialmente noti da tempo, avrebbero dovuto far scrivere ed affermare l'esatto contrario.

Gli interessi turistici ed economici della nostra società- conclude Esposito - ,insieme agli interessi turistici ed economici dell'intera Comunità Amalfitana, sempre spinti nel solco della più profonda legalità e trasparenza, non possono che essere salvaguardati e tutelati in ogni sede ed è questo che, sottraendo tempo e risorse a quella che dovrebbe essere la nostra unica attività imprenditoriale, ci apprestiamo, già da oggi, a fare».

Fonte: Il Vescovado

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