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Cronaca

Matteo Messina Denaro, arresto, boss, latitanza

Arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro, era latitante da 30 anni

Capo del mandamento di Castelvetrano e rappresentante indiscusso della mafia nella provincia di Trapani, è stato uno dei boss più potenti di tutta Cosa nostra

Inserito da (PNo Editorial Board), lunedì 16 gennaio 2023 10:09:04

I carabinieri del Ros hanno arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza. A darne notizia è l'ANSA.

L'inchiesta che ha portato alla sua cattura è stata coordinata dal procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e dal procuratore aggiunto, Paolo Guido. Messina Denaro è stato arrestato all'interno di una clinica privata a Palermo, dove si trovava per sottoporsi a terapie, secondo il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto.

"Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia": così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni commenta la notizia dell'arresto.

 

Nato il 26 aprile 1962, è considerato tra i più pericolosi al mondo. Capo del mandamento di Castelvetrano e rappresentante indiscusso della mafia nella provincia di Trapani, è stato uno dei boss più potenti di tutta Cosa nostra, arrivando a esercitare il proprio potere ben oltre i confini della propria provincia, come in quelle di Agrigento e, addirittura, di Palermo.

Tra il 1992 e il 1993, fu tra i mandanti degli attentati dinamitardi, per i quali furono utilizzate anche autobombe, che presero di mira membri delle forze di polizia italiane, della magistratura italiana (Falcone e Borsellino) e uomini politici (Salvo Lima), ma anche il patrimonio culturale italiano ed anche personalità non coinvolte direttamente nel contrasto alla mafia (Maurizio Costanzo).

Nel novembre 1993 Messina Denaro fu tra gli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo per costringere il padre Santino a ritrattare le sue rivelazioni sulla strage di Capaci; infine, dopo 779 giorni di prigionia, il piccolo Di Matteo venne brutalmente strangolato e il cadavere sciolto nell'acido.

Fonte: Il Vescovado

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