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Cronaca

È scattata all’alba di oggi una maxi operazione antimafia condotta dalla Squadra Mobile di Salerno e dal Reparto Territoriale dei Carabinieri di Nocera Inferiore

Arresti e sequestri per il clan Fezza-De Vivo: 85 indagati (anche in Costa d'Amalfi), armi da guerra e droga in arrivo dal Sud America

Tra gli indagati figurano tre minorenni e elementi di spicco del clan camorristico “Fezza-De Vivo”, attivo tra Pagani e altri comuni delle province di Salerno e Napoli, con estensioni accertate fino alla Costiera Amalfitana (Vietri sul Mare e Cetara)

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), giovedì 11 settembre 2025 13:32:14

È scattata all'alba di oggi una maxi operazione antimafia condotta dalla Squadra Mobile di Salerno e dal Reparto Territoriale dei Carabinieri di Nocera Inferiore, che ha portato all'esecuzione di 85 misure cautelari (77 in carcere e 8 ai domiciliari), emesse su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia presso il Tribunale ordinario e dei minorenni di Salerno. Tra gli indagati figurano tre minorenni e elementi di spicco del clan camorristico "Fezza-De Vivo", attivo tra Pagani e altri comuni delle province di Salerno e Napoli, con estensioni accertate fino alla Costiera Amalfitana (una persona di Vietri sul Mare e una di Cetara).

Nel frattempo, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Salerno ha eseguito un sequestro preventivo urgente di beni nella disponibilità degli indagati, risultati sproporzionati rispetto ai redditi dichiarati.

Un'organizzazione in piena attività

Agli indagati vengono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, traffico di droga, tentato omicidio, estorsione aggravata, riciclaggio, detenzione di armi da guerra, furto e ricettazione di auto di grossa cilindrata. Tutti i reati risultano aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini - prosecuzione di quelle concluse nel 2022 con l'arresto di 25 persone - hanno preso slancio dopo l'arresto di Vincenzo Confessore, ultimo boss latitante del clan, e dal tentato omicidio di un giovane spacciatore paganese, che si era rifiutato di sottomettersi alle regole imposte dal gruppo.

Da quel momento, gli inquirenti hanno ricostruito la nuova struttura del sodalizio criminale, documentando una fase di riorganizzazione interna, l'arrivo di nuove leve e il ruolo centrale delle donne, responsabili della gestione della "cassa comune", dei fondi per i detenuti e del riciclaggio dei capitali illeciti.

Armi da guerra e traffici internazionali

La componente "militare" del clan ha continuato ad esercitare il controllo violento del territorio attraverso minacce, pestaggi e agguati, imponendo forniture di droga o tangenti mensili a gruppi criminali locali, compresi quelli attivi nel furto e riciclaggio di auto.

Le attività investigative, condotte anche grazie a un Ordine di Indagine Europeo con la Francia, hanno permesso di decriptare le comunicazioni cifrate tra i membri del clan, svelando un traffico internazionale di droga con partite di hashish, marijuana e cocaina provenienti da Sud America, Spagna e Olanda. Si stima che, in pochi mesi, siano transitati circa 600 kg di hashish, 100 kg di marijuana e 35 kg di cocaina.

Non solo droga: è stato individuato anche un covo di armi utilizzato dal clan per le rappresaglie armate, dove sono state sequestrate armi da guerra, tra cui un fucile mitragliatore UZI, 8 pistole, 2 giubbotti antiproiettile e oltre 1000 munizioni.

Auto rubate e cavallo di ritorno

Il clan controllava infine un ramificato circuito criminale dedicato al furto e al riciclaggio di veicoli, anche di ultima generazione, utilizzando tecnologie avanzate per alterare i parametri identificativi e reimmettere sul mercato i mezzi rubati, spesso preceduti dalla richiesta estorsiva del cosiddetto "cavallo di ritorno".

Una rete complessa e capillare

L'operazione ha coinvolto oltre 500 agenti tra Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, supportati da elicotteri e unità cinofile, e ha interessato 21 comuni in 5 regioni italiane.

Si precisa che tutti gli indagati sono da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva. Le misure cautelari adottate oggi si basano su indizi raccolti nella fase preliminare e saranno soggette a verifica nelle successive fasi processuali.

Fonte: Positano Notizie

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