Vincenzo Lambiase, il dipendente comunale autore dei dossier finiti nell'inchiesta sui voti di scambio accesa nei confronti dell'attuale Amministrazione comunale, è stato prosciolto in secondo grado dall'accusa di assenteismo dal luogo del lavoro. Il procedimento penale si riferisce a fatti verificatisi nel 1990. Lo scorso venerdì mattina la Corte d'Appello ha assolto Lambiase, assistito dall'avvocato Alfonso Senatore, perché, vista la durata del processo, il procedimento si è estinto. Rigettata anche la costituzione di parte civile da parte del Comune, perché presentata oltre i termini previsti per legge. La vicenda si riferisce a circa 14 anni fa. Vincenzo Lambiase era all'epoca dei fatti un dipendente comunale in servizio all'Ufficio Sport. Nel corso di alcuni controlli, il dirigente del settore Rosanna Palumbo constatò che per due giorni Lambiase, sebbene risultasse presente, di fatto si era assentato senza permesso. Scattò immediatamente il procedimento amministrativo, in virtù del quale Lambiase fu sospeso inizialmente dal lavoro per 3 mesi, mentre fu interrotta l'erogazione dello stipendio per ben 5 anni. Nello stesso tempo fu avviato anche il processo penale. Lambiase, all'epoca, era difeso dall'avvocato Garofalo e dall'attuale sindaco Alfredo Messina. In primo grado fu prosciolto per decorrenza dei termini, ma la Procura generale fece ricorso in appello. Prima della sentenza di secondo grado arrivò la decisione del Tar, che accolse il ricorso del dipendente comunale, revocando la sospensione dal lavoro. Oggi la sentenza della Corte d'Appello, che lo ha prosciolto dalle accuse di assenteismo. Ora Lambiase chiede il rimborso della mancata corresponsione degli stipendi per i 5 anni di sospensione delle retribuzioni dovute.