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Inserito da (admin), martedì 13 gennaio 2004 00:00:00
A dare uno scossone all'Erario comunale, da una parte, ed alle aspettative dei consumatori, dall'altra, è una recente sentenza della Cassazione che - secondo l'Unione Nazionale Consumatori - potrebbe rendere nulle tutte le ingiunzioni di pagamento emesse dal Comune (circa 1.500 ancora in corso di definizione), in quanto sarebbero tutte firmate dal funzionario dell'Ufficio Tributi e non direttamente dal sindaco, come prescriverebbe la norma. «Secondo la nostra interpretazione - dichiara l'avv. Luciano D'Amato, presidente del Comitato cavese dell'Unione Nazionale Consumatori - la sentenza della Cassazione, di circa un mese fa, ha stabilito che tutti gli atti di ingiunzione di pagamento devono essere sottoscritti esclusivamente dal sindaco. Una deroga nei confronti del dirigente del settore potrebbe essere ammessa solo nel caso in cui fosse espressamente indicata nello statuto e, quindi, approvata dal Consiglio comunale. Per quanto riguarda il Comune di Cava, invece, tutti gli atti sono sottoscritti dal funzionario». Intanto, è già partita la prima "causa pilota", avviata presso la Sezione Distaccata di Cava del Tribunale di Salerno. «Proprio ieri - continua l'avv. D'Amato - abbiamo presentato un'opposizione ed un ricorso per un utente del servizio acquedotto, al quale l'Uffcio Tributi ha richiesto il pagamento per eccedenze relative all'anno 1995. Ci siamo opposti non solo perché sosteniamo la prescrizione quinquennale, ma anche perché queste eccedenze, per una serie di motivazioni tecniche relative a quegli anni, potrebbero essere frutto di passaggi irregolari d'area, oltre che di possibili errori nella trascrizione dei dati. Infine, gli atti sono firmati dal funzionario dell'Ufficio Tributi e non dal sindaco». Sono circa 800, solo nel 2003, le ingiunzioni di pagamento emesse dal Comune, per quanto riguarda le utenze di acquedotto, rifiuti, Ici. Ma, compresi gli anni precedenti, potrebbero arrivare a circa 1.500. Dall'Ufficio Tributi, intanto, fanno sapere che la deroga da parte del sindaco verso il dirigente è prevista dal regolamento generale delle entrate, approvato dal Consiglio comunale, nel quale è inserita anche la sub delega al funzionario del settore. «La nostra azione - chiarisce l'avv. D'Amato - non è certo quella di non far pagare quanto dovuto, ma di far pagare il giusto, in considerazione delle tante problematiche che caratterizzano soprattutto la gestione del servizio acquedotto. Anzi, proprio per gli ottimi rapporti che abbiamo con dirigenti e funzionari del Comune, chiediamo che siano verificate tutte le procedure in corso, proprio per evitare che gli uffici si possano trovare in difficoltà nell'espletamento del loro lavoro». La parola, intanto, passa al tribunale, che tra circa 3 mesi esaminerà, in prima udienza, il "ricorso pilota" avanzato da un utente del servizio idrico. Ed in città c'è già grande fermento. Si allunga la fila di quanti chiedono sollievo all'Unione Nazionale Consumatori, che vede sempre più accrescere i suoi iscritti. Tanto che ha già cambiato sede - al momento è ospitata a Palazzo di Città - e si avvia a trasformarsi da locale in provinciale.
Fonte: Il Portico
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