di Norman di Lieto

Di carceri e di tutte le criticità che gravitano attorno al tema oggi si aggiunge un altro episodio di cronaca che ha visto un omicidio efferato nel carcere di Velletri, dove una lite tra compagni di cella è degenerato con l'omicidio di uno dei due: l'assassino ha problemi psichici.

Non solo, la sua condizione era da tempo nota, tanto che era in lizza per essere collocato in una cosiddetta Rems - residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza.

Di recente l'uomo di 26 anni aveva già aggredito un poliziotto della penitenziaria mentre oggi l'aggressione - questa volta è stata letale: vittima, un detenuto brasiliano di 43 anni, ucciso a calci e pugni.

L'omicidio, avvenuto nel carcere di Velletri vicino a Roma, riaccende il dibattito sul disagio mentale nelle carceri: e, soprattutto, sulla mancanza di personale specializzato, strutture adeguate e protocolli operativi come denunciano, seppur con sfumature diverse, quasi tutti i sindacati della polizia penitenziaria che chiedono di individuare soluzioni al più presto.

L'autore del reato, fa sapere il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio e Portavoce della Conferenza dei garanti territoriali Stefano Anastasìa, viene da una storia importante di abuso di sostanze, sono anni che passa di carcere in carcere, dalla cella all'ospedale, ed è stato anche in Rems. Dunque, "il problema non è dove metterlo - puntualizza - ma quali risposte dare alle sue condizioni di disagio psichico, certamente aggravato dal continuo trasferimento da struttura a struttura e dai ripetuti isolamenti a cui è stato costretto".

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