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Cronaca

Cassazione, la puzza di fritto diventa reato per 'molestie olfattive'

Inserito da (redazionelda), giovedì 6 aprile 2017 09:17:39

La Corte di Cassazione, con sentenza numero 14467 del 24 marzo 2017 emessa dalla terza sezione Penale, ha condannato due còndomini per "molestie olfattive" a causa degli odori di fritto provenienti in modo costante e intollerabile dal loro appartamento che infastidiva i vicini. Una notizia che ha gettato nel panico gli amanti dei cibi fritti che ora temono di vedersi trascinare in tribunale per l'odore di fritto della cotoletta che l'altra sera si spandeva per le scale del loro condominio.

Dall'altra parte molti vicini più o meno intolleranti alla puzza di fritto festeggiano e già si fregano le mani pregustando la possibilità di rivalersi sui fastidiosi vicini. E in Costa d'Amalfi sono diversi i casi denunciati.

Ma la puzza di fritto di per sé non costituisce un reato, quindi friggete in pace e ricordatevi di areare i locali prima di soggiornare.

Già, perché la condizione indispensabile è che gli odori siano olfattivamente molesti

La questione è quella, assai delicata, della convivenza tra vicini e quindi onde evitare che una frittura diventi il pretesto per un bagno di sangue (giudiziario) meglio chiarire le cose. La sentenza della Cassazione ha condannato una famiglia di Monfalcone per "molestie olfattive" riconoscendo le ragioni dei condòmini che avevano accusato i vicini di disturbare la quiete dello stabile con gli odori provenienti dalla loro cucina e ponendo così fine ad una diatriba che si protraeva dal 2011.

In buona sostanza la puzza di fritto in sé non costituisce un reato (così come non lo costituiscono i latrati dei cani o la musica dello stereo dei vicini) ma lo diventa quando supera la soglia di tollerabilità e diventano vere e proprie molestie. Quindi la frittura non è un reato (e non lo è mai stato) e così è anche per la puzza di fritto. Se però la puzza diventa oggettivamente intollerabile e insopportabile il giudice può stabilire l'esistenza di un caso di "molestie olfattive" certificando l'impossibilità per i vicini di difendersi dall'odore di fritto così come il fatto che l'odore di frittura riesca a penetrare all'interno degli appartamenti altrui impregnando muri e tappezzeria. Come è facile intuire non è solo l'odore di fritto a poter costituire fattispecie di reato - quando intollerabile - ma tutti gli odori molesti insopportabili (così come le altre immissioni) provenienti dall'appartamento dei vicini.

Fonte: Il Vescovado

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