La fitta pioggia abbattutasi ieri su Cava non era affatto casuale. Lo sconforto per la scomparsa prematura del 15enne Alfonso Di Giorgio, morto tragicamente per un aneurisma cerebrale durante una partita di calcetto, è salito fino al cielo. E nemmeno lì si è trattenuto.

Una cruda realtà, purtroppo, ha strappato una giovane vita al suo destino spensierato. Migliaia le persone che ieri mattina, alle 9.30, hanno accolto la bara bianca davanti al Santuario di San Francesco e Sant’Antonio. Numerose le dediche esposte dagli amici. Diversi gli striscioni affissi lungo i marciapiedi, sulle scale della chiesa e sui balconi delle case. Tra questi una gigantografia del piccolo campione con la maglia della Nocerina, squadra in cui militava nella categoria dei miniallievi.

A presiedere il rito funebre Padre Gigino Petrone. “Oggi non ho diritto di parlare - così è partita l’omelia - Anzi, non voglio parlarvi di Dio o della Madonna. Voglio dire due semplici cose. La prima alla famiglia: il vostro dolore rimarrà per sempre nei nostri cuori. Nessuna parola potrà mai colmare questo vuoto”. Poi, rivolgendosi ai tanti giovani presenti, ha continuato dicendo: “La scomparsa di Alfonso vi segnerà per tutta la vita, ma lui vi accompagnerà per sempre”.

Toccante anche il momento conclusivo della celebrazione eucaristica, quando alcuni amici si sono avvicinati al feretro ricoperto di fiori bianchi, per poi stringere in un abbraccio lunghissimo la mamma Daniela ed il papà Antonio, duramente segnati.

Alla fine della funzione la salma è stata portata a spalle dai compagni di classe e da alcuni componenti della squadra di calcio, mentre le oltre duemila persone convenute hanno accompagnato il feretro con scroscianti applausi e cori sino al cimitero, dove "Foffi" è stato tumulato.