La Confesercenti chiama, il Comune non risponde. O meglio, risponde a metà. Così si arena, almeno per il momento, la possibilità di una concertazione tra piccola e grande distribuzione cavese. L'appuntamento era stato rimandato al 30 agosto, con l'impegno della Confesercenti a redigere una bozza di un progetto di rilancio del commercio cavese da sottoporre all'Ascom, al Centro Commerciale Cavese, all'Interspar ed all'Amministrazione comunale. Malgrado, però, tutta la buona volontà dello Sportello unico per le Attività produttive, non è stato possibile fornire al segretario regionale della Confesercenti, Mimmo Marzaioli, tutti i dati richiesti. «La risposta, che ci è pervenuta solo ieri, è incompleta - afferma Aldo Trezza, presidente della Confesercenti cavese - in quanto al Comune non sanno neppure quanti artigiani ci sono sul proprio territorio. Anzi, per quanto riguarda altri dati relativi alle singole attività commerciali, ci è stato risposto di andarceli a prendere alla Camera di Commercio, informandoci anche che la richiesta è a pagamento. Quello che ci rende perplessi è un atteggiamento poco collaborativo, diciamo troppo d'ufficio, a fronte della disponibiltà, a costo zero per l'Amministrazione comunale, di redigere un progetto di rilancio del commercio cavese, fatto in maniera scientifica da nostri esperti del settore, che, ovviamente, sarebbe stata la base di altre eventuali proposte, migliorie ed adattamenti. Inoltre, sarebbe stato pur sempre uno strumento che attuamente non esiste, ma che è necessario, se si vuole iniziare a parlare in maniera seria e con cognizioni di causa di un aspetto fondamentale per la vita non solo commerciale, ma anche economica della città».