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Commercio, Trezza accusa l'Amministrazione

Inserito da Il Mattino (admin), venerdì 1 febbraio 2002 00:00:00

Tempi duri per i commercianti cavesi, che addossano al Comune le responsabilità di una crisi senza precedenti e che non trova, per ora, una soluzione. Concordi nell'esprimere la loro delusione nei confronti della Giunta Messina Ascom e Confesercenti. Dei mali del commercio metelliano parla il presidente della Confesercenti, Aldo Trezza (nella foto). Prima l'assenza delle luminarie natalizie, poi la chiusura al traffico di piazza Roma. Pare proprio che i commercianti abbiano dichiarato guerra al Comune. «Il problema non è se gli addobbi hanno fanno vendere di più o di meno. Noi abbiamo posto un problema di vivibilità e di accoglienza, che dura 365 giorni all'anno, ma che ovviamente a Natale si è posto con maggiore evidenza. Dalla nuova Amministrazione ci saremmo aspettati di più. Primo, sono sempre stati molto critici su quella passata; secondo, come segno di cambiamento, ed avendone anche le capacità, ci saremmo aspettati molto di più. Invece ci hanno fatto rimpiangere l'Amministrazione Fiorillo, che male non aveva fatto». Ma qual è lo stato del commercio cavese? «Fino a 10 anni fa non c'era ancora la grande distribuzione, scarsa era la concorrenza delle città limitrofe e Cava si poneva come punto di riferimento per la qualità delle offerte ed anche della vita. Oggi, purtroppo per noi, mentre gli altri hanno fatto passi da gigante, noi abbiamo fatto passi da gambero, perdendo quelle peculiarità che ci avevano contraddistinto». L'offerta cavese, quindi, deve essere concorrenziale o solo d'élite? «Bisogna saper offrire tutte e due le possibilità. Mi spiego: non si può più identificare il commercio solo con il centro storico, bisogna fare in modo che anche altre zone di Cava si valorizzino, magari specializzandosi in altri settori commerciali. Qualificare alcune strade o rioni, dotandoli del necessario arredo urbano, di illuminazione decente, di parcheggi, ed inserendole in un più organico trasporto pubblico. In tal modo si creano opportunità di lavoro e si incentivano gli investimenti». La colpa, allora, è della programmazione politica? «La colpa è dei commercianti, che per anni si sono cullati sugli allori, senza pensare a rinnovarsi e battersi per salvaguardare un settore vitale per la loro sopravvivenza. Anche l'Amministrazione sconta colpe per non aver saputo progettare il futuro della città: sono stati miopi e, quando si sono accorti del danno, era ormai troppo tardi». Cosa si sarebbe potuto fare? «Non perdere terreno rispetto alle realtà confinanti. Stiamo vivendo, purtroppo, un periodo di recessione da molti anni: Cava non si è ammodernata, né sono state realizzate opere ed infrastrutture capaci di ridare linfa non solo al commercio, ma a tutta la città. La passata Amministrazione ha avuto il merito di avviare una serie di programmi economici attraverso fondi regionali, nazionali ed europei, Urban, Prusst, Patti Territoriali, Giubileo, che adesso devono, però, trovare la definitiva realizzazione in tempi celeri. La città non può permettersi di aspettare più». Cosa bisogna fare per ridare slancio ad un settore trainante come il commercio? «Prima di tutto realizzare quanto già programmato, aggiungere altre opere fondamentali, recuperare strutture come cinema e teatri (Capitol e Metelliano) e non trasformarli in ulteriori contenitori per il commercio a basso costo. Se non si creano motivi di attrazione, chi e perché deve venire a Cava? Servono, poi, più posti letto: la perdita di grandi alberghi, come o era il "Due Torri", non è stata rimpiazzata. Non possiamo neppure vantare impianti sportivi di un certo livello, che possano richiamare manifestazioni di carattere nazionale. Non ci sono progetti per valorizzare le tante opportunità culturali attraverso percorsi turistici. Siamo praticamente fuori da ogni circuito turistico di un certo livello».

L'appello a Barbuti: «Lavoriamo insieme»

«Il mio appello all'assessore al Commercio, Antonio Barbuti, è che venga finalmente attuato un piano del commercio serio ed articolato, che abbia la capacità di guardare un po' oltre il naso. Bisogna che venga garantita la qualità dell'offerta. In questo modo si tutela sia il commerciante che il consumatore. Infine, occorre che ci sia maggiore concertazione tra Comune ed associazioni di categoria».

Fonte: Il Portico

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