Tu sei qui: CronacaCondannato l'investigatore scomparso nel nulla
Inserito da Il Mattino (admin), giovedì 4 aprile 2002 00:00:00
Lo avevano ingaggiato come loro "Sherlock Holmes", convinti di poter ricreare una coppia stile Nero Wolf. Investigatore privato ed avvocato pronti a scoprire nuovi elementi per vincere le dure battaglie in aula. Un copione non riuscito: l'investigatore prende l'anticipo della parcella per poi dileguarsi. L'avvocato lo denuncia ed il Giudice di Pace lo condanna. Protagonista dell'insolita vicenda giudiziaria è lo studio legale dei fratelli Marco ed Alfonso Senatore (nella foto). I due noti penalisti cavesi nel settembre del '99 avevano scelto Matteo Zappile, salernitano della «M Zeta Investigator», per un caso particolarmente delicato. Un cliente dello studio Senatore aveva sporto una denuncia di danneggiamento contro ignoti, pur avendo dei sospetti. Tanti indizi, dunque, ma poche prove. Da qui la necessità di un investigatore preparato. Ed il curriculum presentato da Matteo Zappile lasciava poco spazio ai dubbi. Tra le sue referenze, si legge nell'atto di citazione firmato dallo studio legale, l'appartenenza ai servizi della Nato e la partecipazione alla risoluzione di casi portati alla ribalta delle cronache nazionali. Nessun dubbio: il contratto viene firmato il 25 settembre dello stesso anno. Zappile richiede un anticipo di circa un milione e mezzo delle vecchie lire. Trascorrono i mesi, ma dell'investigatore e del suo lavoro gli stessi avvocati fanno fatica a trovare le tracce. Telefono staccato, messaggi cifrati, ma solo per rimandare gli incontri. Ed un'unica risposta: «Sto lavorando, poi mi faccio sentire io». In questo modo l'investigatore avrebbe rinviato di volta in volta gli incontri. Fino ad un primo tentativo di risoluzione: gli avvocati Senatore, ormai stanchi della condotta del loro «collaboratore», scrivono una lettera con la quale sollecitano la restituzione dell'acconto. Ma, in cambio, non ricevono alcuna risposta. Si giunge, così, al 19 dicembre del 2000, quando i fratelli Marco ed Alfonso Senatore presentano un atto di citazione, chiedendo la risoluzione del contratto, causa inadempienze, e la restituzione della somma versata come anticipo. A due anni esatti la sentenza: il Giudice di Pace di Cava De' Tirreni ha dichiarato inadempiuto il contratto. Inoltre, ha condannato l'investigatore «latitante» alla restituzione dell'anticipo - 1 milione e mezzo delle vecchie lire, più gli interessi maturati dal '99 ad oggi - ed al pagamento del risarcimento dei danni causati allo studio legale, per un totale di quasi due milioni. E non sembra finire qui. Lo studio Senatore, infatti, annuncia di continuare la sua battaglia, tesa alla difesa della professionalità ed al rispetto dei ruoli, facendo appello al Codice Civile.
Fonte: Il Portico
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