Tu sei qui: CronacaCovid, brevettata "polvere di staminali" per curare i danni ai polmoni
Inserito da (redazioneip), venerdì 29 maggio 2020 10:32:35
Il Coronavirus danneggia, anche irrimediabilmente, i polmoni. Dall'Università di Pavia, però, arrivano notizie che fanno ben sperare: si parla, infatti, di una "polvere di staminali" chiamata "secretoma", ottenuta dalle mesenchimali e mostratasi efficace nei test di laboratorio.
Come riporta Ansa, quello contenuto nel secretoma è un pool di sostanze prodotto dalle mesenchimali costituito da un cocktail di proteine, lipidi, materiale genetico e altre molecole che, nel loro complesso, mostrano nei test preclinici effetti antinfiammatori, rigenerativi e anti-fibrotici.
«Il secretoma che stiamo studiando è prodotto dalle cellule staminali mesenchimali, che si trovano in vari tessuti, fra cui midollo, grasso, cordone ombelicale e anche placenta - spiega Maria Luisa Torre, ideatrice del progetto e responsabile del Cell Delivery System Lab dell'Università di Pavia -. L'Italia è in prima linea nell'impiego clinico di queste cellule nel Covid-19, perché possono avere un effetto terapeutico e una funzione rigenerativa sull'apparato respiratorio colpito da Covid, proprio attraverso il mix di sostanze che producono».
Le potenzialità del secretoma sono stati discussi durante un convegno digitale organizzato dalla Società Italiana di Pneumologia con StemNet, Federazione delle associazioni di ricerca delle cellule staminali e il Gruppo Italiano Staminali Mesenchimali (GISM).
«Il secretoma può essere prodotto in laboratorio e, anche in assenza delle cellule, potrebbe regolare la risposta immunitaria e infiammatoria, stimolare i tessuti e ridurre la fibrosi polmonare che deriva dall'infezione - afferma Elia Bari, co-autore e dello studio -. Con la tecnologia tutta italiana che abbiamo messo a punto è possibile anche trasformarlo in una polvere liofilizzata e confezionarlo in fiale come un farmaco. I prototipi di soluzioni iniettabili o inalabili esistono già ma se il secretoma diventasse farmaco potrebbe essere prodotto su larga scala a costi paragonabili a quelli dei tradizionali farmaci biologici e sarebbe più facilmente disponibile per molti pazienti anche nei Paesi in via di sviluppo dove la terapia cellulare non può essere usata per mancanza di risorse e strutture».
Fonte: Il Portico
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