Tu sei qui: CronacaD'Amico resta nel carcere di Fuorni
Inserito da Mariangela Adinolfi (admin), giovedì 28 marzo 2002 00:00:00
Troppo ingente il quantitativo di droga abilmente nascosta nella scrivania, troppo sofisticata l'attrezzatura per il taglio: per questi motivi sono stati negati gli arresti domiciliari ad Alberto D'Amico (nella foto). Resterà, dunque, in carcere il trentunenne cavese, operaio della Manifattura Tabacchi, arrestato lunedì scorso in seguito ad un blitz della Polizia nella sua abitazione della Badia di Cava, con l'accusa di detenzione al fine di spaccio di sostanze stupefacenti. Lo ha stabilito, ieri mattina, nell'udienza preliminare di convalida dell'arresto, il Gip Colucci, che ha applicato per l'imputato la misura restrittiva della custodia cautelare in carcere, provvedimento richiesto anche dal pm Polito. D'Amico, attualmente detenuto a Fuorni (nella foto), è stato ascoltato per circa un'ora in merito a quei 460 grammi di hashish e quei 5 di cocaina rinvenuti, dopo una lunga perquisizione, nel suo appartamento. Alle domande del magistrato ha risposto respingendo tutte le accuse e dichiarando che si trattava solo di droga per uso personale. I difensori di D'Amico, Roberto Lanzi e Paolo Di Mauro, che avevano chiesto per lui la concessione degli arresti domiciliari, dopo aver appreso la sentenza del Gip, hanno fatto sapere che impugneranno l'ordinanza e, nei prossimi giorni, presenteranno ricorso al Tribunale del Riesame. Un arresto, quello di D'Amico, l'ennesimo in solo due settimane, che sta facendo molto parlare in città, ormai sempre più territorio in preda all'emergenza droga. Troppi ''mercanti di morte'' a Cava. Un triste primato che accentua la gravità del problema e rende necessario un ulteriore rafforzamento dei controlli davanti alle scuole e nelle ''zone rosse'', quelle più a rischio. A D'Amico, che vive con la moglie Roberta Landri ed i suoi due bambini, gli uomini della Polizia di Cava sono arrivati dopo giorni di pedinamenti e dopo aver ricevuto decine di soffiate su uno smercio di droga in cui sarebbe stato implicato anche l'incensurato operaio cavese. Immediato è stato l'intervento degli uomini del Commissariato, che, dopo aver fatto irruzione in casa sua ed aver sequestrato droga e strumenti per il confezionamento delle dosi, lo hanno tratto in arresto. Continua, intanto, senza soste il lavoro degli inquirenti per poter individuare complici e fornitori dell'insospettabile pusher cavese.
Fonte: Il Portico
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