Tu sei qui: Cronaca"Don Bosco, discriminati i disabili"
Inserito da (admin), venerdì 7 ottobre 2005 00:00:00
Costretti a cambiare scuola perché disabili. Questa la triste storia raccontata dalla madre di 4 gemelli di 9 anni. Fino ad ieri Emanuele ed Andrea (nomi di fantasia), il primo non vedente ed il secondo affetto da tetraparesi spastica, insieme alle due sorelline frequentavano la 4ª elementare alla "Don Bosco". Oggi un documento di nullaosta li ha ridotti ad "emigranti dell'istruzione". A spingere i genitori a questa decisione estrema sarebbe stato il trattamento degli insegnanti. A detta dei due coniugi, il figlio paraplegico sarebbe stato costretto sulla sedia a rotelle per tutte le 5 ore di lezione, perché nessun insegnante avrebbe accettato la richiesta di fargli eseguire brevi esercizi motori, prescritti tra l'altro dai medici all'indomani di un delicato intervento. «I miei figli - racconta la mamma - frequentano l'istituto "Don Bosco" fin dagli anni dell'asilo. Credevamo che un'interazione tra scuola e genitori potesse contribuire ad un loro migliore sviluppo psicofisico. Il nostro atteggiamento è stato interpretato come una sorta di interferenza». La situazione è degenerata dal maggio scorso. «Durante le ore di lezione mio figlio era costretto sulla carrozzella perché nessuno voleva accollarsi l'onere di sistemarlo sul materassino per fargli eseguire brevi movimenti. Questa situazione ha portato ad un peggioramento, culminato in un'operazione ai tendini del bacino e delle gambe. Con l'inizio dell'anno abbiamo prospettato il disagio e, come risposta, abbiamo avuto un nuovo rifiuto. La scuola non è solo accurata programmazione scolastica, ma anche umanità, solidarietà ed una funzione pedagogica necessaria per la crescita del bambino». La dirigente della "Don Bosco", Ester Cherri, replica: «Come prescritto dalla legge, ho dovuto firmare il nullaosta. A dispetto di quanto detto, non ho negato ai genitori un incontro. Anzi, fino a martedì scorso li ho avvicinati per capire i motivi. La scuola ha fatto tutto quello che dispone la legge, ed anche di più, visto l'affetto che ci lega a quei bambini. La nostra scuola garantisce il sostegno uno ad uno. Da un punto di vista logistico, pur tra le difficoltà dettate dai lavori, abbiamo accolto la loro richiesta di passaggio al primo piano. Abbiamo acquistato i sussidi, che peraltro abbiamo già provveduto a fornire in comodato d'uso alla scuola scelta dai genitori. Quanto all'attività motoria, non è prevista un'assistenza specialistica. Fino ad oggi il bidello e le maestre vi hanno provveduto. Avevo avviato un contatto con la Teri per una collaborazione esterna, ma non c'è stato il tempo».
Fonte: Il Portico
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