Nel 2015 l'economia torna a crescere e con risultati migliori rispetto alle aspettative. E' questo il quadro tracciato dal Centro Studi Confindustria nel rapporto "Congiuntura flash". Secondo gli industriali quest'anno il Prodotto Interno Lordo del nostro Paese segnerà un +2,1%. Sono tante le ragioni che porteranno alla ripresa dell'economia: calo del prezzo del petrolio, Euro debole che alimenta le esportazioni e calo dei tassi a lunga scadenza grazie al Quantitative easing varato dalla BCE.

Il rapporto di Confindustria definisce il 2015 "anno spartiacque" perché dovrebbe segnare la fine della lunga recessione economica in atto dal 2008 e l'inizio della ripresa per il Pil e soprattutto per l'occupazione. Nel 2016, secondo le ultime stime, la crescita sarà addirittura superiore: +2,5%.

Una menzione poi per il Jobs Act, la Riforma del Lavoro varata dal governo Renzi: secondo Confindustria le nuove regole avrebbero rallentato le assunzioni a fine 2014. Le imprese, in buona sostanza, avrebbero preferito rinviare i nuovi inserimenti nel 2015, anno in cui conviene assumere grazie ai nuovi benefici contributivi.

Per ora sono stime: generalmente ogni anno i politici cercano di far credere che la ripresa sia dietro l'angolo. Stavolta a parlare, però, è Confindustria: e se fosse la volta buona?