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Estorsioni ai commercianti, duro colpo per la difesa

Inserito da Il Mattino (admin), martedì 12 marzo 2002 00:00:00

Nessun tentennamento, nessuna ritrattazione: Gerardo Pisapia, l'imprenditore che ha denunciato i suoi presunti taglieggiatori, non ha vacillato neppure di fronte alle incalzanti domande del collegio difensivo. Nel corso del lungo controinterrogatorio, tenutosi ieri mattina alla I Sezione penale del Tribunale di Salerno, ha raccontato ancora una volta di essere stato costretto a pagare per la tranquillità sua e della sua famiglia. Ha indicato i luoghi degli incontri e l'importo delle somme che doveva versare, con cadenza quasi quotidiana. Un'uscita fissa, ma di piccolo taglio: poco più 100mila lire, mai più di 300. E così, come era successo già in occasione della precedente seduta dibattimentale, il testimone chiave del processo contro Guerino Lambiase (difeso dagli avvocati Marco Salerno e Maurizio Mastriogiovanni), Pierangelo Pezzella (nella foto al centro, difeso dall'avvocato Giovanni Annunziata), e Vincenzo D'Elia (assistito dal legale Rodolfo Viserta), ha confermato tutte le accuse, arricchendo la sua testimonianza di alcuni particolari. Come, ad esempio, le minacce ricevute, quando i tre uomini erano già in carcere, per convincerlo a ritrattare la sua deposizione. Sempre ieri mattina, il pm Domenica Gambardella, titolare dell'inchiesta, ha depositato agli atti del processo una denuncia contro ignoti, a firma dello stesso Pisapia, per l'incendio alla cabina di uno dei suoi camion. Uno dei mezzi pesanti utilizzato per la sua attività di trasporto e solitamente parcheggiato alle spalle dello stadio comunale Simonetta Lamberti. Si tratterebbe di un procedimento già archiviato proprio perché contro ignoti e per la mancanza di prove, che confermerebbero l'ipotesi di un attentato incendiario. E proprio per far luce su questo episodio saranno decisive le prossime udienze, quando compariranno ben 13 testimoni. Secondo il collegio difensivo, le testimonianze di alcuni testi proverebbero che a causare l'incendio sarebbe stato un banale cortocircuito. Intanto, durante la prossima seduta, fissata il 10 maggio, saranno ascoltati anche gli agenti e gli investigatori che hanno condotto le indagini, culminate con l'operazione della Squadra Anticrimine ribattezzata Game Over. Era il 17 novembre del 2000 e l'appuntamento con i tre imputati era previsto per le 19. Pisapia, prima di recarsi all'incontro, avrebbe avvertito i poliziotti del luogo e dell'orario fissato per il pagamento del presunto pizzo. Una volta davanti alla tribuna centrale in via Mazzini, avrebbe azionato il registratore. La zona era già accerchiata dagli uomini dell'Anticrimine, diretti dal vicequestore Sebastiano Coppola. E nello stesso istante in cui Vincenzo D'Elia (nella foto in basso) afferrò le banconote da 300milalire, gli agenti gli piombarono addosso. Insieme a lui furono arrestati anche Pezzella e Lambiase, con l'accusa di estorsione con metodi camorristici.

Fonte: Il Portico

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