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Cronaca

Gravi violazioni urbanistiche e ambientali

Forio d'Ischia, sequestrato hotel di lusso per abusivismo, rischio frana e scarichi in mare

La Procura di Napoli e la Guardia di Finanza sequestrano un'area già oggetto di procedimenti giudiziari: accertate opere abusive, scavi pericolosi e smaltimenti illegali in mare. Il procuratore Gratteri: «Tolleranza zero contro la devastazione del territorio».

Inserito da (Redazione il Vescovado Notizie), martedì 22 luglio 2025 08:34:40

Un nuovo provvedimento di sequestro preventivo è stato eseguito nel territorio del Comune di Forio d'Ischia, al termine di un'articolata indagine condotta dalla Sezione Aerea della Guardia di Finanza di Napoli e coordinata dalla Sezione "Edilizia e Ambiente" della Procura della Repubblica di Napoli.

L'area sottoposta a sequestro, della superficie complessiva di circa 25.000 metri quadri e con una volumetria abusiva stimata in oltre 3.600 metri cubi, si trova in un contesto paesaggistico di particolare valore e delicatezza. Non è la prima volta che l'hotel finisce al centro dell'attenzione giudiziaria: già in passato era stato oggetto di provvedimenti per gravi violazioni edilizie e ambientali.

Questa volta, a motivare il sequestro, è una lunga lista di reati urbanistici e paesaggistici: lottizzazione abusiva a scopo edificatorio, costruzioni in area soggetta a vincolo paesaggistico e a rischio frana, occupazione del demanio marittimo, realizzazione di discarica abusiva e distruzione di bene paesaggistico - quest'ultimo uno dei più gravi reati in materia ambientale.

Secondo quanto emerso dalle indagini, le trasformazioni abusive - tra cui scavi profondi, terrazzamenti, piscine, cunicoli, grotte artificiali e nuovi tracciati - sono state eseguite senza alcun titolo abilitativo, a partire dagli anni Ottanta fino ai giorni nostri, in spregio alle normative urbanistiche, ambientali e idrogeologiche. Una situazione che ha generato non solo danni irreversibili al paesaggio, ma anche un grave pericolo per la pubblica incolumità.

Il materiale di risulta, circa 800 metri cubi, veniva smaltito illegalmente lungo la falesia o direttamente in mare, dove i sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza hanno individuato veri e propri cumuli subacquei, con conseguenze potenzialmente devastanti per la biodiversità marina.

Determinanti, ai fini dell'inchiesta, sono stati gli approfondimenti tecnici di un urbanista e di una docente di geologia ambientale dell'Università Federico II di Napoli. Gli esperti hanno confermato la pericolosità degli interventi e la modifica irreversibile dell'orografia e dell'assetto geologico della costa.

I militari hanno notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari ai proprietari delle particelle interessate, ai gestori e ai soci dell'impresa coinvolta. Contestualmente è stata eseguita la misura cautelare reale, con informativa agli enti pubblici competenti per l'adozione degli atti conseguenti.

«Il provvedimento si inserisce in un'azione strategica della Procura per il contrasto alle condotte illecite che minacciano il paesaggio, l'ambiente e la sicurezza pubblica - ha dichiarato il procuratore Nicola Gratteri -. Continueremo a garantire un presidio capillare con l'impiego integrato della Guardia di Finanza per tutelare il territorio da forme di sfruttamento indiscriminato e devastazione del patrimonio naturale».

Fonte: Il Vescovado

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