Tu sei qui: CronacaGli avvocati cavesi dichiarano guerra al Consorzio
Inserito da Il Salernitano (admin), martedì 7 settembre 2004 00:00:00
Gli avvocati cavesi contro il Consorzio di Bonifica dell'Agro nocerino-sarnese per le 140mila cartelle esattoriali illegittimamente notificate ai cittadini metelliani per il pagamento del servizio di scolo delle acque reflue dei terreni ad uso agricolo. L'Associazione Avvocati è pronta a scendere in campo al fianco dei contribuenti per dire basta a quello che appare un vero sopruso dell'ente consortile, che può essere sciolto solo con decreto del Presidente della Repubblica. La nota associazione, presieduta dall'avv. Artemio Baldi, ha posto in essere tutte le indagini per verificare le responsabilità di quest'incresciosa situazione, nonché per studiare le soluzioni più idonee per mettere fine ad una querelle che si trascina ormai da troppo tempo. Malgrado i ricorsi giudiziari ed i vari comitati costituitisi nella Vallata e nell'Agro, il Consorzio continua imperterrito ad inviare le cartelle esattoriali. «Nei Comuni dell'Agro e della Valle dell'Irno - afferma l'avvocato Baldi - sono sorte molteplici iniziative organizzate che hanno sostenuto i cittadini nel ricorrere contro il Consorzio. Con la nostra Associazione abbiamo partecipato a diversi incontri con Enti, Comitati ed Istituzioni, non ultimo quello con il Difensore civico di Nocera Inferiore, da cui è emersa la validità della tesi di impugnare le illegittime richieste di pagamento. Inizialmente, l'orientamento della giurisprudenza - a vari livelli - si era mostrato non univoco nell'accogliere o nel respingere i ricorsi dei contribuenti. Recentemente, da più parti giungono segnali incoraggianti a favore della proposizione delle impugnazioni». Gli avvocati cavesi avrebbero riscontrato nell'analisi delle cartelle esattoriali alcune irregolarità che farebbero pensare, oltre che ad un procedimento di tipo civile, anche ad uno di tipo penale. Infatti, le bollette cadute a pioggia (ben 140mila, inoltrate anche allo stesso Comune) non contengono l'indicazione del criterio sistematico secondo cui va elargito tale contributo consortile e neanche le discipline che regolano prescrizione e decadenza del pagamento di tale tributo, come accade per diverse tipologie di imposta statale. Il rebus resta sempre lo stesso: pagare o non pagare? Se corrispondere il tributo risulta essere davvero un'ingiustizia, poiché il cittadino pagherebbe così la tassa di scolo delle acque reflue due volte, sia al Comune che al Consorzio, non pagare potrebbe rivelarsi un atto autolesionista. Infatti, gli articoli 840 e seguenti del Codice Civile prevedono chiaramente che, in seguito alla mancata elargizione della tassa dovuta, c'è l'immediata confisca del terreno o di qualsiasi bene immobile di proprietà del contribuente, a questo punto evasore fiscale. Ecco l'opinione in merito del sindaco Alfredo Messina: «Nella mia posizione di amministratore di un Ente pubblico, non posso certamente dire di non corrispondere quanto dovuto al Consorzio. E' come se lo Stato ci imponesse di pagare un'ulteriore tassa sull'Irpef ed io dicessi ad i miei cittadini di non pagare. A questo punto dobbiamo tutelare al massimo il consumatore, cercando un'intesa che metta d'accordo gli enti ed i cittadini».
Fonte: Il Portico
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