Tu sei qui: CronacaI boy-scout cercano casa
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 5 marzo 2002 00:00:00
Gli scout cavesi cercano casa. Il movimento dei seguaci di Baden Powell, diviso in due gruppi, è presente in città da più di 20 anni ed annovera tra le sue fila oltre 200 giovani che frequentano assiduamente le due sedi, purtroppo poco idonee per le attività che svolgono. «Da tempo siamo ospitati - afferma il caposcout Antonio Pagnotta - nei locali di proprietà delle parrocchie di Sant'Adiutore e San Lorenzo, che sono angusti e non sempre disponibili, in quanto devono essere condivisi anche con altre associazioni, con tutti i problemi logistici che ne derivano. Sarebbe auspicabile avere una sede per poter lavorare con i ragazzi più assiduamente e senza legami con chicchessia. In passato ci siamo rivolti alla precedente Amministrazione, ma senza alcun risultato».
I problemi
«Ci fu detto - aggiunge Pagnotta - che non era possibile reperire ambienti dove svolgere la nostra attività che potessero essere destinati solo a noi. Eppure, esistono in ambito cittadino numerosi locali che potrebbero fare al caso nostro. Molti, però, necessitano di essere ristrutturati con somme abbastanza rilevanti che non abbiamo. Il nostro movimento è naturalmente composto da volontari e non vogliamo neanche caricare di spese i genitori dei nostri iscritti». Altro problema da non sottovalutare è la mancanza di capi che possano seguire da vicino i ragazzi, sia in sede che durante le uscite. «Molti di loro, raggiunta una certa età, ci abbandonano - continua Pagnotta - e si dimenticano del movimento nel quale sono cresciuti. Non c'è, purtroppo, un cambio ai vertici: sono sempre gli stessi ed in pochi a tirare la carretta. Ogni anno siamo costretti a dover respingere in media una decina di ragazzi (fino ad oggi ben tremila sono stati gli scout cavesi), che vorrebbero entrare a far parte del mondo degli scout, proprio perché non c'è chi li controlla. Per questo motivo non è stato possibile aprire un'altra sede nella popolosa frazione di Santa Lucia».
Fonte: Il Portico
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