Tu sei qui: CronacaIl giornalismo e l’etica perduta ai tempi dei social network, quando i clic vengono prima di ogni altra cosa
Inserito da (Maria Abate), sabato 20 ottobre 2018 13:24:34
Nell'era dei social network non sembrerebbe, ma il giornalismo ha un'etica e una deontologia da rispettare, cosa che viene continuamente disattesa da quei giornali online che per fare clic facili si dimenticano dell'umanità che deve sempre guidare le proprie azioni.
Sì, perché fare cronaca è una cosa, fare spam è tutt'altra cosa. Quando l'articolo che tratta di una tragedia viene spammato ovunque, diventa chiaro che il reale fine del giornalista in questione non è quello di informare i cittadini su un fatto di cronaca, bensì quello di attrarre visualizzazioni facendo leva sui sentimenti delle persone. In alcuni casi, insomma, bisognerebbe limitarsi a postare la notizia sui propri canali social ufficiali.
Il giornalista dovrebbe avere la capacità di discernere come sia giusto agire a seconda dei diversi casi che si trova ad affrontare, perché è proprio discernendo che si esprime appieno il principio di libertà di espressione. Non si può trattare allo stesso modo qualsiasi notizia: un articolo su una sagra enogastronomica può essere diffuso più ampiamente senza rischiare di dar fastidio ad alcuno, ma un pezzo su una morte tragica dovrebbe essere diffuso con discrezione, perché dietro a quel fatto c'è una famiglia che ha subito un dramma umano e che potrebbe essere giustamente turbata dal veder pubblicata la notizia inerente al proprio congiunto spiattellata ovunque soltanto per ottenere clic.
Tornando al più ampio concetto di libertà d'espressione, se è vero che il giornalista deve essere autonomo e slegato da interessi particolari, è anche vero che esprimere giudizi personali nuoce in uguale misura al perseguimento di un'informazione obiettiva e scevra da manipolazioni. L'affermare - nemmeno troppo velatamente - che un sindaco sia ormai troppo vecchio per governare e consigliargli di ritirarsi dalla politica, nonostante nei comuni con popolazione inferiore ai 3000 abitanti (in conformità di quanto previsto dalla legge 7 aprile 2014, n. 56), sia possibile candidarsi ed essere eletto anche dopo aver ricoperto più di tre volte il mandato, è un atteggiamento poco professionale, per non dire inqualificabile.
In un mondo in cui i social media sono consultati quasi quanto i giornali come fonte primaria di notizie, è proprio il giornalista a dover tutelare l'informazione seria e autorevole alla quale hanno diritto i cittadini, non scendendo a compromessi con le dinamiche dei blog, e tenendo ben presente il Codice deontologico al quale è chiamato ad attenersi.
Fonte: Positano Notizie
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