Tu sei qui: CronacaIl Piano rifiuti nelle mani di Bertolaso
Inserito da (admin), giovedì 28 luglio 2005 00:00:00
Il nuovo Piano rifiuti della Campania è da ieri nelle mani di Guido Bertolaso. Ed è un Piano in cui la Fibe, aggiudicataria del servizio di smaltimento rifiuti urbani nella Regione, potrebbe avere uno spazio diverso, o non averlo affatto. Il progetto è stato consegnato al capo della Protezione Civile nel corso di un vertice convocato d'urgenza alla Prefettura di Napoli dal commissario Corrado Catenacci. Il Piano parte mentre i tecnici sono al lavoro per individuare un sito sul quale stoccare le ecoballe a partire dal prossimo 4 agosto, quando non sarà più utilizzabile l'area di Santa Maria La Fossa. Dai presidenti delle Province non sono arrivate indicazioni sulle possibili alternative. Il commissario Catenacci ha fatto sapere che per risolvere la questione - ed evitare il blocco della raccolta dei rifiuti - non esiterà ad utilizzare i poteri speciali che gli sono stati attribuiti dal governo. Per ora non si parla di un Piano che parte ex novo, anche se quello vecchio, come ha ammesso Catenacci, non è più possibile attuarlo nella concezione iniziale. Uno dei punti chiave della nuova fase è la rescissione o il cambiamento del contratto con Fibe. Un divorzio tra Fibe e Regione, a quanto si sa, avverrebbe in modo consensuale, ma questo clima di concordia potrebbe saltare quando si passerà ai conti, ovvero si dovrà stabilire quanto spetta alla Fibe, quanto perderanno Regione e Stato, come si potranno riequilibrare gli investimenti persi. L'obiettivo, già un anno fa, era evitare la catastrofe finanziaria sia per la società del gruppo Impregilo che per la Campania in termini di penali nel caso di rescissione prima della scadenza. Un'altra modifica di cui si parla con insistenza riguarda la necessità di dare un'impronta di gestione più provinciale sia degli impianti che dell'intero ciclo dei rifiuti, anche in vista della futura legge regionale sui rifiuti, indispensabile per passare dopo 11 anni alla gestione ordinaria. Dunque, discariche di scarti e stoccaggio delle balle Cdr distribuite su tutte e 5 le province, impianti di preselezione e 4-5 termovalorizzatori, per poter anche affrontare l'emergenza nell'emergenza, rappresentata dai 3 milioni di balle Cdr accumulate da quando sono entrati in funzione 3 anni fa i 7 impianti che producono combustibile da rifiuti. Se, infatti, i termovalorizzatori dovessero restare soltanto 2 (Acerra, pronto entro il 2006, e Santa Maria La Fossa, per il quale non si è neppure cominciato), per il loro smaltimento occorreranno 11 anni secondo i calcoli della Fibe, ma molto di più, addirittura 50, secondo le previsioni di alcuni gruppi ambientalisti.
Fonte: Il Portico
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