Tu sei qui: CronacaInfranzi e De Pisapia, Cava non vi ha dimenticato
Inserito da Il Salernitano (admin), lunedì 10 maggio 2004 00:00:00
Lo scorso sabato mattina si sono tenute le cerimonie di commemorazione e di intitolazione di due strade cavesi ad illustri personaggi metelliani dagli indiscutibili valori civili e morali. Alla presenza del sindaco Alfredo Messina, del presidente del Consiglio comunale, dott. Giovanni Baldi, degli assessori Alfonso Laudato e Carmine Salsano, sono state intitolate ad Albino De Pisapia ed al prof. Gaetano Infranzi rispettivamente il largo attiguo a via Ferrigno, nella frazione Passiano, ed il tratto di strada tra località Arco e via Cammarese, nella frazione Annunziata. Alle ore 10 il sindaco ha provveduto a scoprire la targa "Largo Albino De Pisapia" e, circa un'ora dopo, l'indicazione stradale "Via Gaetano Infranzi". Tali intitolazioni sono state fatte in ossequio dell'ultima delibera della Giunta Messina, che ha reso possibile questa variazione toponomastica per onorare al meglio i figli migliori della terra cavese. «Le intitolazioni di sabato - commenta il sindaco Messina - sono state fatte in un'unica tipologia di manifestazione. Entrambe le cerimonie sono state molto semplici, delicate, ma soprattutto sentite dalla popolazione dei luoghi, che è intervenuta e si è commossa. Abbiamo voluto così onorare il nome dei figli migliori che la nostra città abbia partorito. Non strilloni, ma uomini che lavoravano in silenzio per la città». Ma il momento forse più commovente è stato l'incontro tra i familiari dei due protagonisti della giornata, in nome di una fratellanza tra cavesi uniti per la città. Gaetano Infranzi, nato a Cava de'Tirreni il 4 agosto 1890 nella piccola frazione di S. Lorenzo, sottotenente e comandante in guerra, laureato in Matematica e Fisica, assessore comunale della Giunta Baldi nel 1920, viene così ricordato dal prof. Vincenzo Cammarano: «Faceva parte degli uomini dai quali ho imparato qualcosa che si chiama fede, onestà, civismo, rettitudine, coerenza, patriottismo, dovere, laboriosità, tutta roba oggi considerata anacronistica, superata, fuori moda. Sapeva insegnarci cose superbamente divine con cuore profondamente umano e, pur nell'esigenza di una rigorosa disciplina, ai suoi alunni voleva tanto bene, e non negava a nessuno il suo consiglio, il suo incoraggiamento, il suo sorriso». Albino De Pisapia, invece, oltre che per i meriti di combattente, che lo portarono ad essere Cavaliere dell'Ordine della Città grazie al governo citadino di Vittorio Veneto, va ricordato per il suo spirito determinato ed intraprendente che lo ha distinto durante tutto l'arco della vita, facendogli conseguire importanti risultati nell'attività commerciale ed imprenditoriale, ma anche nella vita politica cavese.
Fonte: Il Portico
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