Tu sei qui: CronacaInnovazione tecnologica e promozione turistica in Campania
Inserito da (admin), venerdì 28 dicembre 2018 16:52:05
Le cifre confermano lo stato di buona salute del turismo in Campania. I primi sei mesi del 2018 hanno fatto registrare un incremento del +7% rispetto al 2017. Una buona notizia dato l'impegno di istituzioni pubbliche e soggetti privati alla valorizzazione e promozione del settore turistico campano. Un'attenzione che si tradurrà nel 2019 con la possibile istituzione di un Carta del turismo di cui la regione si doterà con l'obiettivo di dare ordine al settore e sviluppare di concerto un piano triennale del turismo. L'intenzione non è solo quella di regolamentare il settore turistico della regione, ma soprattutto di semplificarne le procedure e valorizzare le eccellenze territoriali agli occhi del viaggiatore.
La capacità di intercettare un pubblico sempre più consapevole e informato non può ovviamente prescindere dall'implementazione degli strumenti tecnologici e ad alto contenuto di innovazione per la promozione territoriale.
In questo ambito si inserisce a pieno titolo il Databenc (Distretto ad alta tecnologia per i beni culturali). Un progetto nato dalla collaborazione tra Università degli Studi di Napoli "Federico II" e quella di Salerno e nel quale col tempo sono confluiti altri soggetti: dalle Pmi ai Centri di Ricerca e Università. L'idea che ne sta alla base è la consapevolezza che i siti archeologici e le eccellenze storiche e artistiche campane e italiane possano diventare un volano economico. A patto di sviluppare un ecosistema integrato che ricorre alle innovazioni tecnologiche per la promozione e valorizzazione territoriale. Su questo percorso, a forte componente tech, si inserisce il progetto Chis promosso dal Databenc. Il bene culturale diventa smart e attraverso un'architettura ICT (Information and Communication Technology) dialoga e interagisce con l'utente.
Una struttura intelligente in cui la risorsa turistica si trasforma in punto di accesso per la scoperta di un intero territorio. Nel caso specifico le applicazioni mobili si rivelano strumenti estremamente potenti per intercettare il turista che sempre più usa i simili dispositivi per accedere alle informazioni. Ecco allora che l'innovativa app Zumeat, sviluppata da una startup campana, diventa lo strumento per mettere in relazione viaggiatore e territorio. Il territorio è quello del Parco Regionale dei Monti Picentini. I protagonisti, oltre al paesaggio e alle varie località turistiche sono coloro che vi operano. L'utente, grazie anche all'integrazione dell'app con i visori di realtà virtuale entra in contatto con le aziende che hanno aderito al progetto e percorre dei tour virtuali del parco. Un assaggio a distanza di quello che poi troverà una volta giunto in questi luoghi. La promozione turistica e i modelli di marketing impiegati richiamano molto da vicino i canali e gli strumenti utilizzati nel settore del gaming che ha fatto del coinvolgimento e di un'interazione sempre più immersiva dell'utente, un potente strumento per veicolare contenuti. Contenuti videoludici certo e che in piattaforme di gaming online come Unibet si sono ad esempio tradotti in esperienze di gioco live di notevole realismo e grande coinvolgimento. E non è un caso infatti che lo stesso Museo Archeologico Nazionale di Napoli abbia mutuato dal mondo del gaming sia le dinamiche narrative che gli strumenti tecnologici con l'obiettivo di realizzare il primo videogame museale italiano. Un gioco, Father and Son sviluppato per coinvolgere gli utenti in un'esperienza ludica che mira a valorizzare e promuovere la città di Napoli, la sua storia e la sua architettura.
E imparare divertendosi sembra essere anche alla base di due interessanti applicazioni degli strumenti videoludici al settore turistico. La prima è l'esperienza VR che possiamo fare al Palazzo Caracciolo di San Teodoro. Progetto realizzato dalla startup AppTripper che trasforma una visita al celebre palazzo sul lungomare di Chiaia in un salto indietro nel tempo e fa rivivere antichi galeoni e scenografiche sale da ballo con folle in costumi d'epoca. Il secondo caso è quello degli ologrammi e delle visite virtuali nella pittoresca cornice del Castello di Monteverde in Irpinia. L'immersività rende la visita molto più coinvolgente e divertente delle tradizionali audioguide o pannellistiche visto che, nel caso del Castello di Monteverde, a farcene conoscere la storia è l'ologramma di un'antica popolana.
L'integrazione di simili strumenti all'interno di un ecosistema smart capace di accoglierli e utilizzarli potrebbe rivelarsi la carta vincente per la futura promozione territoriale della Campania. Uno strumento potente per generare crescita sia economica che occupazionale.
Fonte: Il Portico
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