Tu sei qui: Cronaca"Le Macchie Lunari", doppio spettacolo
Inserito da (admin), mercoledì 21 giugno 2006 00:00:00
Venerdì 23 e mercoledì 28 giugno, alle ore 21, presso il Complesso Monumentale di San Giovanni, sito in Corso Umberto I n. 153, a Cava de'Tirreni, la Compagnia teatrale "Le Macchie Lunari" metterà in scena la pieces teatrale "Sarto per Signora", di George Feydeau.
Interpreti dello spettacolo, in ordine di apparizione, saranno Elena Paolillo, Carla Papalino, Albino Sartori, Gabriele D'Amato, Michela Falcone, Rosa Napoli, Pasquale Cuomo, Mariagrazia Napoli e Maria Spatuzzi. Regia a cura di Francesco Paolillo. Scenografia Genesi 82, costumi Maria Di Martino, audio e luci Echoes, make-up Isabella Antonelli.
LA TRAMA
Il dottor Moulineaux, neo sposo alquanto disinvolto, tradisce la giovane e virtuosa consorte con un'altrettanto giovane ed affascinante donna, consorte di un generale, il quale a sua volta tradisce la moglie. Insomma, tutti tradiscono tutti. Ma la storia s'ingarbuglia quando l'affittacamere Bassinet affitta a Moulineaux per i suoi incontri amorosi un ammezzato in precedenza abitato da una sarta. Da qui, tutta una passerella di situazioni confusionarie e grottesche, che manderanno all'aria i piani del dottore.
NOTE DI REGIA
George Feydeau, nato nel 1862 a Parigi, è il massimo esponente di quel genere di teatro denominato vaudevilles, cioè farse ricche di intrecci, equivoci e colpi di scena. Molti critici considerano Feydeau l'iniziatore del teatro moderno e non hanno tutti i torti. Infatti, se pensiamo che le sue pieces hanno dato vita anche alle farse scarpettiane, così care a noi partenopei, ci rendiamo conto dell'importanza che Feydeau riveste per il teatro in generale.
Nell'epoca che i francesi hanno battezzato Belle Epoque infuriano gli spettacoli di vaudevilles messi in scena nei teatri di boulevard. Un termine ambiguo, che, perduto il suo significato toponomastico, diventa quasi sinonimo di giudizio morale. Alla vaga definizione di boulevard potremmo aggiungere due aggettivi, gai e serieux, per delimitare altrettante zone di un universo teatrale sempre più ricco di categorie e sottocategorie, eppure sempre più omogeneo. Infatti, c'è un comune terreno tematico in questo tipo di rappresentazioni ed è l'interesse per gli uomini visti esclusivamente dal punto di vista della loro vita privata: il campo sfruttato è quello dell'amore, della coppia, della famiglia, ovvero del sociale quotidiano.
Dunque, soltanto il privato interessa il boulevard, ma un privato ad uso della collettività. Quindi, questo teatro non si preoccupa soltanto di far ridere, ma, in ultima analisi, esprime un giudizio morale sulla società. In realtà con Feydeau le cose acquistano un peso maggiore. Il suo è davvero un teatro immorale, nel senso che l'unica morale a sostenerlo è il puro divertimento. Forte di questa scelta etica, assunta senza alcun cedimento, Feydeau riesce a concentrare tutto il suo genio sul movimento, spingendolo fino all'iperbole. I personaggi di "Sarto per Signora" non hanno mai requie: non solo debbono correre (letteralmente) da una situazione all'altra, ma sono sottoposti ad una sorta di ginnastica delle emozioni, che li fa passare continuamente dal terror panico al sollievo, in un su e giù sempre più frenetico. Fino ad arrivare ad un finale sorprendente.
Fonte: Il Portico
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