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Le Torri ed il gioco dei colombi, immenso patrimonio cavese

Inserito da Lello Pisapia (admin), martedì 11 marzo 2003 00:00:00

Uno sguardo nostalgico al passato, per valorizzare il presente e progettare il futuro. Un'atmosfera intrisa di cultura, fascino e nobili propositi ha permeato, lo scorso venerdì sera, la Sala delle Adunanze del Palazzo di Città, teatro di un interessantissimo doppio appuntamento promosso dall'Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo (AAST) metelliana. La presentazione del libro "Le antiche Torri ed il Gioco dei colombi a Cava de' Tirreni", scritto dalla prof.ssa Lucia Avigliano, e l'illustrazione del progetto "Le Torri Longobarde di Cava de' Tirreni", coordinato dall'arch. cavese Benedetto Gravagnuolo, preside della Facoltà di Architettura dell'Università Federico II di Napoli: i due eventi hanno attirato la folla delle grandi occasioni nella civettuola sala del Municipio metelliano. A fare gli onori di casa il dott. Raffaele Senatore, direttore dell'Azienda di Soggiorno, che ha condotto egregiamente la serata, impreziosita dalla presenza di relatori prestigiosi. I professori Agnello Baldi (ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione) e Fernando Salsano, il dott. Giovanni Baldi (presidente del Consiglio comunale di Cava), il dott. Umberto Petrosino (amministratore dell'AAST), gli architetti Luigi Scarpa ed Anna Cuomo (autori, insieme ai colleghi Lambiase e Palladino, del progetto di recupero delle torri) hanno fatto da apprezzata e competente cornice ai due grandi protagonisti della manifestazione: la prof.ssa Lucia Avigliano e l'arch. Benedetto Gravagnuolo. Unanimi gli apprezzamenti per il prezioso volume della prof.ssa Avigliano. «E' un libro fondato sul sentimento di identità e di appartenenza. Un volume che ci dona la poesia e la memoria di Cava» (Agnello Baldi); «Lucia Avigliano ha mostrato alta competenza e tantissimo amore nel valorizzare i beni culturali cavesi» (Giovanni Baldi); «Grandissima la competenza mostrata dalla prof.ssa Avigliano, la cui collaborazione con l'Azienda di Soggiorno ci onora enormemente» (Umberto Petrosino). Sono solo alcuni dei lusinghieri commenti espressi sul lavoro, l'ennesimo, portato a compimento da Lucia Avigliano, che ha approfittato dell'occasione per stimolare nell'uditorio una maggiore coscienza ambientale, citando una frase dello storico Valerio Canonico: «Con troppa leggerezza siamo portati a disfarci della memoria della nostra città». Un'opera, quella della prof.ssa Avigliano, dedicata all'affascinante gioco dei colombi, praticato in passato a Cava nelle 33 torri disseminate sul territorio metelliano. «Un autentico rito collettivo, con una forte valenza di aggregazione sociale, che ha segnato secoli di costume della nostra gente»: così lo ha definito il prof. Agnello Baldi, che ha anche rimarcato come l'appellativo di "longobarde" tradizionalmente usato per le torri di Cava sia in realtà un falso storico, risalendo le più antiche di esse al massimo al ‘500. E proprio alle torri ed al gioco dei colombi è dedicato un cortometraggio realizzato nel 1947 da Domenico Meccoli (aiuto regista di Roberto Rossellini), recuperato dalla LVR su iniziativa dell'AAST e proiettato nel corso della manifestazione di venerdì scorso. Ma alle torri è dedicato soprattutto un interessante progetto di recupero e valorizzazione, già approvato dalla Regione Campania ed anche virtualmente finanziato, nel senso che i fondi ad esso assegnati sono stati stornati, per sopraggiunte necessità, a vantaggio della Sanità. Coordinatore del progetto è l'arch. Benedetto Gravagnuolo, che ha sottolineato nel corso del suo intervento come sia quanto meno singolare che tali torri non siano state sottoposte a vincolo dalla Soprintendenza con la legge di tutela n. 1089 del 1939. La richiesta del vincolo è stata una delle prime mosse dei curatori del progetto, che hanno manifestato il proposito di coniugare l'aspetto architettonico con quello turistico-culturale, magari ripristinando il gioco (non certo la caccia...) dei colombi, procedendo alla ricostruzione delle scale lignee per permettere a tutti la fruizione delle torri, prevedendo la nascita di un museo, istituendo premi e concorsi per i migliori scatti fotografici e le più belle riprese effettuate in merito. In questo contesto, poi, si pone il problema del rapporto pubblico-privato, visto che le torri sono in gran parte di proprietà privata. «Va sicuramente salvaguardata la proprietà privata - ha sottolineato lo stesso Gravagnuolo - ma di pari passo bisogna incentivare la coscienza dei proprietari, anche perché le torri hanno un enorme valore economico, oltre che storico ed architettonico. Fondamentale, comunque, sarà il ruolo che è chiamato a svolgere il Comune, così come una parte ugualmente importante sarà recitata dall'Università». E l'impegno in tal senso da parte dell'Amministrazione è stato immediatamente garantito dal sindaco Alfredo Messina, costretto da altri impegni istituzionali a presiedere alla manifestazione solo nelle battute finali. «Non tutto il male viene per nuocere. Il "congelamento" momentaneo del finanziamento - ha spiegato il primo cittadino metelliano - ci consentirà di sviluppare una collaborazione ancora più completa e proficua». Tutti d'accordo, quindi, sulla necessità e sulla valenza dell'iniziativa. A conferma che, quando si progetta in modo costruttivo per la città, si abbattono i tradizionali steccati eretti dai pregiudizi, si superano le barriere dell'incomunicabilità e si schiudono orizzonti scevri di connotazioni e polemiche politiche. In fondo, i cavesi questo chiedono e, soprattutto, auspicano per la propria città.

Fonte: Il Portico

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