La Legge di Stabilità ha inciso in materia di contributi INPS per artigiani e commercianti. A partire da quest'anno, infatti, è stata introdotta la possibilità di versare contributi per ammontare inferiore rispetto al minimo fissato dalla legge: il provvedimento mira a far "respirare" le attività commerciali e artigianali colpite dalla crisi economica. Come funziona nel dettaglio?

La legge attualmente prevede un minimale contributivo fissato a 3451,99 euro per gli artigiani e 3465,96 euro per i commercianti, determinato sulla base di un reddito fissato come riferimento pari a 15 mila 516 euro. Ciò spesso tarpa le ali delle start-up oppure mette in crisi le aziende che diminuiscono all'improvviso il fatturato. La Legge di Stabilità interviene sui contributi da versare per la pensione all'INPS, prevedendo la possibilità (non obbligo) di chiedere il regime agevolato e versare rispetto al reddito effettivamente percepito. Le somme indicate sopra costituiscono i 12/12, se si versa di meno ai fini previdenziali il calcolo sarà fatto sulla base di questa soglia. Ciò vuol dire che un commerciante che versa la metà di 3565,96 euro vedrà soltanto 6/12 di versamenti ai fini della pensione.

In linea di principio, le ultimissime notizie dovrebbero far tirare il fiato alle attività in difficoltà. Questo, però, ridurrà di molto i contributi versati, posticipando il momento in cui saranno maturati i requisiti per andare in pensione. Nel breve periodo e in fase di avviamento sicuramente si tratta di un vantaggio, nel lungo periodo però la cosa rischia di creare contribuenti di "Serie A", tutelati perché versano, e contribuenti di "Serie B" che dovranno lavorare molto di più per maturare i requisiti pensionistici. L'età pensionabile, in questo, caso, non può che aumentare.

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