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Inserito da (Redazione), lunedì 27 maggio 2019 13:03:32
Di Patrizia Reso
La professoressa Dell'Aria, l'insegnante di Palermo che è stata sospesa dal provveditore dr. Anello perché accusata di non aver vigilato sull'operato dei suoi alunni in occasione della Giornata della Memori, è tornata in classe. In queste due settimane di penalizzazione si è mobilitata l'Italia intera per manifestare la sua solidarietà e il proprio dissenso all'applicazione di questa sanzione, in contrasto con le direttive legislative sulla libertà dell'insegnamento.
L'insegnante è rientrata perché scaduto il periodo di sospensione, ha però richiesto che questa macchia sia depennata dalla sua carriera scolastica, poiché ingiustificata.
Per protesta in tutte le scuole e università, comprese Salerno e provincia, è stata data lettura degli articoli 21 e 33 della Costituzione, "l'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento", così recita il primo comma del 33, che si traduce in conditio sine qua non per espletare il lavoro di insegnante. Questa sospensione, definita da più parti scellerata e ignobile, lede fortemente la libertà di insegnamento e la dignità dell'insegnate. Da quando anche la scuola è stata trasformata in un'azienda produttiva, la classe docente si è dovuta barcamenare tra provvedimenti, progetti, burocrazia varia che già di per sé incidono negativamente sull'attività didattica, sottraendo tempo prezioso all'insegnamento, a ciò si aggiunge la riduzione di orario in alcune materie, in particolare la storia, minando fortemente la possibilità di sviluppare lo spirito critico, necessario per ragionare con la propria testa. In relazione all'accaduto nella scuola di Palermo non si può non pensare "Vivaiddio! Ci sono ancora ragazzi capaci di spirito critico!", pensiero che ha pervaso la mente di molti colleghi.
Molti insegnanti, sia di secondarie sia università, sono concordi nel riconoscere la grande precarietà che vige nel pianeta scuola, non solo precarietà strutturali, ma di sostanza dell'insegnamento. Addirittura oggi sono costretti a difendere posizioni e concetti che pensavano fossero consolidati nella settore e nella società. Ricordiamo, all'uopo, che oltre al dettato costituzionale, ci sono altre leggi che regolano l'attività didattica, tipo l'articolo 1 del decreto legislativo 297/1994 che afferma che "ai docenti è garantita la libertà di insegnamento come autonomia didattica e come libera espressione culturale del docente. L'esercizio di tale libertà è diretto a promuovere, attraverso un confronto aperto di posizioni culturali, la piena formazione della personalità degli alunni". Oppure l'art. 1 della Legge di riforma dei cicli precisa che "Il sistema educativo di istruzione e di formazione è finalizzato alla crescita e alla valorizzazione della persona umana, nel rispetto dei ritmi dell'età evolutiva, delle differenze e dell'identità di ciascuno, nel quadro della cooperazione tra scuola e genitori, in coerenza con le disposizioni in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche e secondo i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo".
E' proprio in base a questi principi fondamentali che la professoressa Dell'Aria si ostina a richiedere la riabilitazione totale della sua figura, nessuna richiesta di grazia, ma una dignitosa riabilitazione, quanto le spetta, per non dare luogo a precedenti che potrebbero diventare insanabili, relativi sempre alla libertà di insegnamento. Se necessario, intraprenderà le vie legali attraverso un regolare ricorso. I suoi alunni hanno festeggiato il suo rientro a scuola, omaggiandola di quindici rose, una per ogni giorno di sospensione, che resta incomprensibile anche alle loro menti.
Fonte: Il Portico
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