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Inserito da Il Mattino (admin), martedì 25 febbraio 2003 00:00:00
Resi noti i primi risultati ufficiali dell'inchiesta sulla meningite. L'ufficiale sanitario Giovanni Baldi ha dichiarato conclusa la fase di sorveglianza straordinaria, prevista per il periodo d'incubazione del batterio killer. Così, a circa due settimane dai due casi di meningite (una casalinga di 53 anni ed un bimbo di appena 3 anni), secondo i responsabili dell'Unità di prevenzione collettiva, può dirsi evitato il pericolo di un'epidemia da meningococco. «Nei dieci giorni successivi alla diagnosi certa di meningite - spiega Giovanni Baldi - abbiamo mantenuto il territorio sotto sorveglianza. In questo periodo, che corrisponde grosso modo al periodo d'incubazione del batterio, non si sono registrati altri casi». L'indagine epidemiologica avrebbe, così, confermato l'ipotesi delle prime ore. «Si è trattato - continua Baldi - di due casi isolati. Inoltre, non siamo ancora in grado di dire se anche per il bambino, ricoverato al "Cotugno", si debba parlare di meningite da meningococco di tipo infettivo. Siamo in attesa, infatti, dei risultati delle analisi di laboratorio». Una nota inviata dall'Azienda ospedaliera "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" rassicura, invece, sulle condizioni della donna. Per lei, la diagnosi di meningite è stata ampiamente comprovata. In queste ore, l'équipe del reparto di Malattie infettive, diretta dal primario Mazzei, ha sciolto gli ultimi dubbi, dichiarando la donna fuori pericolo. Buone notizie giungono anche dall'ospedale "Cotugno", dove è ricoverato il piccolo trasferito d'urgenza a Napoli con una sospetta diagnosi di meningite. «In questi giorni - precisa Baldi - si è diffusa una vera e propria psicosi, comprensibile, ma del tutto immotivata. Non c'è mai stato e non c'è alcun pericolo di contagio». Dal 17 febbraio sono partite, in collaborazione con il Servizio epidemiologia e prevenzione dell'Asl Sa 1, diretto da Annamaria Caiazza, l'indagine epidemiologica e le misure di profilassi previste dalla legge. La chemioprofilassi (la terapia preventiva a base di antibiotici) ha interessato solo i familiari dei soggetti colpiti o chi aveva avuto contatti ravvicinati, con particolare attenzione all'uso di stoviglie o altri oggetti utilizzati in comune. «Nel caso della casalinga - dice Baldi - abbiamo contattato l'ospedale di Salerno. I familiari erano già sotto profilassi ed avevano provveduto a disinfettare alcune stanze della loro abitazione». Stesso protocollo per il piccolo. La segnalazione è giunta dal reparto di Pediatria dell'ospedale cavese. Il sospetto di meningite ha fatto scattare le misure di prevenzione, sottoponendo i familiari ed i conoscenti a chemioprofilassi. «Il bambino - conferma l'ufficiale sanitario - non va all'asilo. Non c'è stato, dunque, pericolo di contagio negli istituti scolastici cittadini sia pubblici che privati». Le rassicurazioni, però, non sono bastate. Nei giorni scorsi si è scatenata la corsa al vaccino. Una misura sconsigliata dagli esperti: «La vaccinazione di massa non è consigliata. Al momento, il vaccino in circolazione è attivo solo per un tipo di meningococco».
Fonte: Il Portico
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