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Cronaca

Migranti a Cava, le ragioni del "sì". Frati Cappuccini e associazioni replicano a Senatore e Cirielli

«Le iniziative razziste comparse sui media e sui social sono estranee alla cultura di Cava de’ Tirreni»

Inserito da (ilvescovado), giovedì 23 febbraio 2017 20:32:35

L'arrivo di centocinquanta migranti a Cava de' Tirreni ha acceso il dibattito tra i sostenitori del "sì" e i fautori del "no" nella città metelliana. Le perplessità non sono rimaste al livello di "chiacchiere" popolari, ma sono giunte al cospetto delle istituzioni. Attraverso una petizione popolare Alfonso Senatore, presidente del movimento politico cavese "Città Unita", ha chiesto al sindaco Vincenzo Servalli un consiglio comunale ad hoc per «deliberare circa l'impossibilità, per ragioni oggettive e di opportunità, di accogliere sul territorio comunale, altri migranti, trasmettendo al signor Prefetto di Salerno e all'Onorevole Ministro dell'Interno il deliberato, con pedissequa richiesta di tener conto della volontà dei cittadini amministrati». Ma non è tutto. Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ha assicurato che presenterà «un'interrogazione parlamentare urgente affinché l'esecutivo faccia immediatamente chiarezza e specifichi quali sono i criteri stabiliti dalla Prefettura di Salerno, anche perché allo stato attuale restano non poche perplessità sulla disponibilità delle strutture che dovrebbero ospitare gli stranieri».

Celere è stata la risposta, diffusa attraverso gli Organi di Stampa, da parte delle istituzioni che invece sono per l'accoglienza. In merito alla petizione popolare presentata da Senatore (clicca qui), padre Giacomo Santarsieri, presidente dell'Accoglienza Cappuccina, ci tiene a correggere quelle che definisce «inesattezze». «L'accoglienza di 20 profughi africani - scrive - dei quali 18 donne giovanissime e una bimba di 3 mesi, è stata praticata mediante accordo stipulato tra i frati Cappuccini e la Prefettura di Salerno. Dunque, trattasi di una iniziativa privata in una struttura privata. Nessun cittadino può dunque affermare che con questi 20 profughi abbiamo già fatto la nostra parte. Cava che è stata sempre città accogliente e generosa, rifugga dai soliti luoghi comuni e si adoperi per ottemperare a ciò che il Governo centrale chiede a tutti i Comuni d'Italia».

A dargli man forte il comunicato congiunto delle associazioni La Rosa di Gerico, Frida, Agorà e Associazione Rossetto, che mette il punto sulla lunga tradizione di accoglienza della città metelliana. «La nostra città - si legge - nel corso degli ultimi 15 anni ha ospitato, ogni anno, mediamente oltre 1000 extracomunitari provenienti da vari paesi, che si sono perfettamente integrati lavorando nella nostra comunità. Molte sono state le iniziative nel corso di questi anni con il segno dell'accoglienza, a partire dalla Consulta dell'Immigrazione istituita già nel 1999, che vedeva la presenza in Consiglio Comunale di due extracomunitari. Per questo riteniamo che l'annuncio di eventuali nuovi arrivi coordinati dalla Prefettura non possano e non debbano costituire un problema per una comunità abituata negli anni all'integrazione». «Le iniziative razziste comparse sui media e sui social sono estranee alla cultura di Cava de' Tirreni», chiosa il documento, nel dichiarare la disponibilità delle associazioni «a collaborare con l'Amministrazione Comunale al fine di trovare soluzioni utili all'accoglienza degli altri migranti assegnati alla nostra città».

Fonte: Il Portico

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