«Apprendo dalla stampa di un mio coinvolgimento in un procedimento che ha del comico, il giornalista della Città non solo mi notifica l'atto di cui ancora non è ufficialmente in mio possesso». Commenta così il consigliere comunale di Minori Giovanni Proto l'articolo apparso ieri sul quotidiano La Città di Salerno e ripreso dal Vescovado secondo è stato trasmesso il decreto di citazione in giudizio per i volantini diffusi tre anni fa con il simbolo delle Brigate Rosse e recanti la firma di Renato Curcio.

«Inizierebbe così - prosegue Proto - il processo a mio carico, per una grottesca vicenda innescata da una querela fatta da alcuni dipendenti del comune di Minori più di 3 anni fa, ma dà già anche la sentenza.

Si tratterebbe - spiega il consigliere comunale di minoranza eletto lo scorso anno - di un mio ipotetico coinvolgimento, sempre secondo il giornalista, in un'azione di volantinaggio delle Brigate Rosse per cui mi taccia addirittura di essere un brigatista, non mi meraviglierebbe se tale articolo fosse stato etero diretto. Nello specifico il processo a mio carico si fonda su un'immagine che mi vede leggere un volantino contrassegnato dalla stella delle brigate rosse posto sul lunotto di un'auto, non so neanche chi sia questo Curcio, e di sicuro non ho idee di sinistra, basti pensare che alle scorse elezioni mi sono candidato in lista con la massima espressione della destra locale».

Proto, che con Fulvio Mormile da qualche tempo ha intrapreso una battaglia di trasparenza e legalità, è sicuro che questa situazione sia collegabile all'esame delle situazioni debitorie di sindaco e di alcuni consiglieri di maggioranza per mancati pagamenti delle tasse denunciate nei mesi scorsi.

«Probabilmente le nostre battaglie per la legalità stanno disturbando qualcuno - dice - Continua la macchina del fango che mi ha visto anche di recente essere accusato di reati gravissimi per bocca dello stesso Sindaco, durante un Consiglio comunale. Sono profondamente deluso da tanta cattiveria della politica - conclude Proto - , oggi non c'è niente che disturba la maggioranza che non sia colpa della minoranza , questo modo di fare politica può solo danneggiare il nostro paese».

«Non mi preoccupa la vicenda di Giovanni che è reo solo di essere una persona semplice ed idealista - spiega Mormile - e sono convinto della sua estraneità ai fatti, ritengo che la politica debba rimanere fuori dalle aule dei tribunali, purtroppo la maggioranza non la pensa così visto le tante azioni proposte nei nostri confronti, del resto la loro storia personale ce lo insegna.

Mi preoccupa invece la vena giustizialista che hanno avviato i dipendenti comunali, è di questi giorni la notizia che sempre gli stessi hanno querelato un altro cittadino per un commento su internet, credo che l'autorevolezza si acquisti con i comportamenti e non per via giudiziaria».