Tu sei qui: CronacaMontecastello, ecco il gran finale
Inserito da (admin), venerdì 23 giugno 2006 00:00:00
La festa di Montecastello è entrata nel vivo. Ieri ha vissuto la pagina della fede, oggi quella della storia, domani quella del folklore. Tre momenti essenziali di un unicum che tiene uniti i cavesi dal 1656 e che annualmente si rinnova con lo spirito e l'entusiasmo di sempre. La giornata di ieri, con i primi spari all'alba, si è aperta con la messa nella cappella del Castello celebrata dall'Arcivescovo Orazio Soricelli, che successivamente si è unito ai vari gruppi dei pistonieri disseminati lungo le balze della collina, dove hanno cantato per tutto il giorno con lo sparo dei pistoni la loro gioia.
«La festa - scrive Lucia Avigliano, storica locale - è per me ricchezza di tradizioni e di ricordi, è memoria della storia e dell'anima. È soprattutto la magia degli spari che echeggiano nella vallata come un canto di culla». Nella serata la processione di ringraziamento per l'allontanarsi del morbo. Guidata da Mons. Soricelli, è salita al monte e da lì, dall'alto delle mura, come nel 1656, l'Arcivescovo ha benedetto la città genuflessa. «Gradito spettacolo! Salendo su per l'erta, il Signore benedice la città genuflessa e come un padre distribuisce grazie a le anime che implorano perdono», così il poeta cavese Marco Galdi.
Oggi la pagina della storia: alle 20.30 il corteo degli appestati e successivamente, in Piazza S. Francesco, alle 21.30, la rievocazione storica della peste del 1656, "Storia d'ammore....Storia de Dolore", con la regia di Gaetano Stella e la partecipazione del corteo storico dell'Ente di Montecastello. È la storia delle morti e dei dolori che afflissero il Regno ed anche la città di Cava, dove si contarono molti morti e lutti, come narrano le cronache del tempo. La peste e la processione sono le radici della Festa. Si deve allo scenografo e regista Enrico Tovaglieri se nel 1971, sotto la presidenza del Comitato di Montecastello di Felice Liberti, l'ideazione e creazione del corteo degli appestati è diventato momento essenziale della Festa.
Sabato, infine, la pagina del folklore. Alle ore 18.30, in Piazza Duomo, la benedizione dei pistonieri dei 4 Distretti. 8 le squadre che percorreranno le vie della città unitamente al corteo storico. Poi, alle 23, lo spettacolo pirotecnico. Il ritorno dei fuochi, dopo qualche anno di divieto, fu salutato con grande soddisfazione da tutta la città. Con il passar degli anni hanno costituito parte essenziale della Festa stessa.
Ecco come il poeta Marco Galdi cantava l'incalzare dei fuochi e lo spettacolo pirotecnico: «Ora incalza violento lo scoppio dei mortaretti, salgono veloci nel cielo globi che si schiudono in immensi gigli variopinti, ed infine rosseggia il Monte tutto fasciato di fuoco e di nebbia. Così in giochi e trastulli passa il memorabile giorno, ma poi il cuore nel silenzio sospira e piange commosso, augurandosi che per altri anni ancora torni a lui la cara festa consolatrice». Sì, ogni cavese, con la fine dei fuochi e lo spegnersi della croce di Monte Castello, si augura che la Festa consolatrice torni a lui ancora per anni.
Fonte: Il Portico
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