Tu sei qui: CronacaOpere d’arte in cambio di armi: ecco come l’ISIS fa affari con ‘ndrangheta e la camorra. La base a Vietri sul Mare
Inserito da (redazionelda), lunedì 17 ottobre 2016 10:55:48
Da un'inchiesta del quotidiano La Stampa emergerebbe il coinvolgimento delle cosche calabresi nel traffico di reperti archeologici trafugati dai miliziani dell'ISIS. In particolare gli uomini del Califfato Islamico scambiano opere d'arte antica, saccheggiate a Sirte, con kalashnikov e Rpg anticarro che la ‘ndrangheta fa arrivare dalla Moldavia e dall'Ucraina, grazie alla collaborazione con la mafia russa. Le armi vengono acquistate dalle famiglie della ‘ndrangheta di Lamezia e della camorra e trasportate nelle navi e nei container gestiti dalla criminalità cinese.
Il luogo d'incontro tra il trafficante di reperti archeologici ed il presunto acquirente è un noto albergo di Vietri sul Mare, ma la trattativa con Domenico Quirico, autore dell'inchiesta, si sposta nel retrobottega di una macelleria. Il bagagliaio dell'auto che li ha accompagnati custodisce il possibile acquisto, avvolto in un telo bianco: un mezzo busto di un imperatore romano del II secolo d.C., proveniente da Leptis Magna, in Libia, per la modica cifra di 6000 euro. Molto meno per un piccolo cammeo raffigurante Augusto.
Quirico si spaccia per un ricco collezionista torinese, in cerca di reperti di epoca greca e romana provenienti dalle colonie del nord Africa. A fare da mediatore c'è l'emissario della famiglia calabrese che presenta anche oggetti rubati dalle necropoli greche in Italia. "Armi in cambio di statue, anfore, urne: funziona così... Il materiale arriva a Gioia Tauro, una volta era qui a Napoli, poi qualcosa è cambiato. Adesso ci sono problemi, tanti problemi con questi migranti di merda, il mare della Libia è pieno di flotte, controlli, polizie", dice l'uomo della ‘ndrangheta. E aggiunge: "Volete reperti del Medio Oriente? Ci sono anche quelli ma i prezzi sono molto molto più cari e dovreste andare a trattare direttamente a Gioia Tauro... E non ve lo consiglio". Fino a poco tempo fa gli acquirenti erano americani ma, quando hanno scoperto che i soldi servivano a comprare armi per l'Isis, hanno bloccato tutto e ora i clienti sono in Russia, Cina, Giappone, Emirati.
Fonte: Il Vescovado
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