Tu sei qui: CronacaParco Schwerte, il "ratto" dei ciclamini
Inserito da Livio Trapanese (admin), venerdì 16 dicembre 2011 00:00:00
Chi ha un giardino con fiori diversi dai variopinti ciclamini e ne vorrebbe porre a dimora, perché deve rubarli dalle aiuole cittadine? Sembra quasi una puntata televisive di una delle tante commedie all’italiana, quella delle “disavventure” vissute dal Parco Schwerte, che i cavesi si ostinano ad identificare con la grossolana denominazione di “villa nuova”, differenziandolo da quello secolare, intitolato ai mai dimenticati magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, visto che non v’è settimana che non torna nelle colonne della cronaca giornalistica.
Il polmone verde dell’area nord della “Bologna del sud”, dopo essere stato riaperto al pubblico sabato 7 luglio 2011, ad esito delle plurime inopportune insistenze della cittadinanza, poiché i lavori non erano stati ultimati, divenuto subito dopo oggetto della distruzione di due delle ventotto panchine lignee posizionate lungo gli ampi viali, ma anche l’abbattimento dei ventitre cestini porta rifiuti (i cinque di grandi dimensioni, “incatenati” ai pali della luce, furono risparmiati dalla biasimevole devastazione) collocati sul bordo delle aiole, risistemati in breve tempo (solo 63 ore lavorative) dagli operai comunali, con l’allungamento del piantone e le scritte oltraggiose (con vernice rossa) sulla parete sud del plesso servizi igienici, nella notte di giovedì 8 dicembre 2011 si è visto privato di ben tre piante di ciclamini multicolori, che la Civica Amministrazione aveva fatto interrare alcuni giorni prima, in occasione delle festività, nelle aiuole che cingono la non zampillante fontana.
Se i primi atti vandalici, senza ombra di dubbio, sono da addossare ai giovani vandali del circondario, capitanati dall’Attila di turno, certamente le piante di ciclamini sono state rubate da un adulto (uomo o donna?). Rubate, sì rubate, è questo il verbo da imputare all’impunito ladro o ladra! Estirpare piante da un’aiuola esposta alla fede pubblica, costituisce reato penale, la cui sanzione risiede nell’art. 624 e seguente del Codice Penale. Non escludiamo che il predone o la predona del Parco Schwerte sia lo stesso o la stessa che, circa un mese fa, ha perpetrato lo stesso reato, quando ha asportato analoghe piante dalle aiuole di Via Tommaso Cuomo e Piazza Eugenio Abbro; per cui la colpa è aggravata dalla reiterazione.
Non è da sciocchi finire dinanzi al Magistrato Penale per un reato di furto di piante ornamentali di proprietà della collettività cavese, oltre che essere posti al ludibrio della società civile cavese ed alla richiesta di risarcimento del danno che l’Amministrazione Comunale richiederà? Gli assidui frequentatori del Parco Schwerte chiedono al Sindaco Marco Galdi di rendere interamente fruibile l’area verde in questione, attendendo l’affidamento del locale ristoro e dei servizi igienici a persona capace e di buona volontà che, nello svolgere anche un’azione di vigilanza, possa assicurare un idoneo supporto a quanti conducono i bambini nel parco.
Oltre che inibire l’accesso ai cani, quasi mai tenuti al guinzaglio, alle moto ed alle biciclette (escluse quelle dei bambini), occorre provvedere a non far accedere nell’area verde ragazzi che nel giocare ostinatamente a pallone, sotto lo sguardo compiacente dei genitori, distruggono le aiuole ed i bassi arbusti. Regolare l’apertura e la chiusura dei quattro cancelli d’accesso di Via Clemente Tafuri, Via Vittorio Veneto e Viale Degli Aceri, è ormai indispensabile (07.30 / 21,00). L’orinatoio del Parco Schwerte resta sempre e comunque individuato lungo la buia siepe che delimita la proprietà del Buono e l’impianto di distribuzione carburanti.
Fonte: Il Portico
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