Michele Santoro è in Costiera Amalfitana. A incontrarlo e fermarlo per un selfie è stato, a Maiori, Luca D'Amato.

L'ex conduttore di Annozero e Servizio Pubblico, in tenuta estiva, si sta concedendo una giornata di relax lontano dagli impegni lavorativi.

Il giornalista ha fatto molto parlare un mese fa per la dichiarazione fatta nel corso della trasmissione Di Martedì, condotta da Giovanni Floris, in merito ai vaccini e al ruolo dell'informazione.

«I giornalisti dovrebbero controllare - ha detto - quello che fanno gli scienziati e i politici, ma se si trasformano da agenti di controllo in comunicatori, allora abbiamo un unico patto che tiene insieme giornalisti, scienziati e politici. Questo fatto è fortemente riduttivo per la democrazia. Si può accettare che in un telegiornale non si veda mai uno che non è d'accordo con la campagna vaccinale? Ma ci sarà nel 30% di italiani che non sono d'accordo, qualcuno che quando arriva il giornalista del Tg dica 'Io non mi voglio vaccinare'?».

Attualmente Santoro è impegnato con la promozione del suo ultimo libro, pubblicato il 29 aprile per Marsilio, che ricostruisce 30 anni di storia della mafia in Italia, con rivelazioni in particolare sulla matrice della strage di via D'Amelio.

'Nient'altro che la verità' è nato dall'incontro tra il giornalista e il killer di mafia Maurizio Avola, che ha alle spalle ottanta omicidi e ha preso parte alla stagione delle stragi. Avola non è famoso come Tommaso Buscetta e non è un capo come Totò Riina. Ma non è un killer qualsiasi: è il killer perfetto, obbediente, preciso, silenzioso, e proprio per questo indispensabile nei momenti decisivi. Forse sottovalutato dai suoi capi e dagli inquirenti che ne hanno vagliato le testimonianze, ha archiviati nella memoria particolari, voci, volti che coprono tre decenni di storia italiana.