Tu sei qui: CronacaRandagismo, a norma il canile di via Caliri
Inserito da (admin), martedì 3 febbraio 2004 00:00:00
Rientra in canoni più realistici la vicenda del ritrovo di cani in via Caliri. A prendersi cura dei randagi è una signora, che, spinta dall'amore per i "fido" abbandonati, impegna soldi - alcune decine di milioni al mese - e tempo. I 25 cani rimasti in vita, di piccola taglia e tutti regolarmente microcippati, con le femmine sterilizzate gratuitamente, vivono in alcuni box costruiti su un terreno privato preso in fitto dalla donna e vengono accuditi quotidianamente sul posto, proprio per evitare che possano arrecare fastidio ai residenti della zona. Evidentemente, è il solo abbaiare il motivo della protesta dei residenti. I cani superstiti, tutti anziani, non hanno modo di provocare danni e, per di più, sono sotto la continua sorveglianza della loro benefattrice. «Non so - afferma Emidio Maddalo, veterinario - dove trovi la forza di continuare. La sua grande passione per i cani e l'aiuto che poche persone le danno sono fondamentali e preziosi. I costi, anche 40 milioni al mese, ricadono interamente su di lei. Purtroppo, di persone come lei ce ne sono poche». Il fenomeno del randagismo a Cava è notevolmente diminuito negli anni ed oggi si limita a sole poche aree frazionali. Quest'importante risultato è stato raggiunto grazie al lavoro di 20 anni di attività della Lega nazionale per la difesa del cane, Sezione di Cava de'Tirreni, che, oltre ad avere in convenzione il canile municipale, svolge quest'ulteriore servizio. «Ci prendiamo cura dei randagi malati - dicono i responsabili della Lega - e procediamo alla sterilizzazione delle femmine, proprio per eliminare il fenomeno del randagismo su tutto il territorio comunale. Impegno che ha portato enormi benefici alla città ed ai cani stessi. Siamo sempre disponibili per chiunque ha bisogno e chiede il nostro intervento, anche gratuito per i meno abbienti». Intanto, da oggi, presso la sede veterinaria dell'Asl, riprende il servizio, completamente gratuito, di sterilizzazione dei piccoli animali. Anche questo effettuato, oltre che dall'Azienda sanitaria, dalla Lega nazionale per la difesa del cane. «C'è bisogno di una buona e capillare informazione - spiega Emidio Maddalo - e di tanta sensibilità da parte dei nostri concittadini. È solo merito di persone sensibili, come la signora di via Caliri, se oggi la figura dell'accalappiacani sia ormai superata e con essa i metodi, non proprio ortodossi, che venivano usati nel passato».
Fonte: Il Portico
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