Tu sei qui: CronacaReferendum popolari, Cava5stelle boccia la proposta di regolamento
Inserito da (admin), mercoledì 1 ottobre 2014 00:00:00
Finalmente avviato l’iter per l’attuazione dell’art. 18 dello Statuto Comunale con la proposta di regolamento per l’esercizio degli Istituti della partecipazione e del Referendum popolare, in discussione giovedì 2 ottobre alla I Commissione del Comune di Cava de’ Tirreni.
Sembrerebbe una buona notizia per i cittadini cavesi. Infatti, il referendum è lo strumento principale e non delegato con cui i cittadini partecipano alla vita politica ed alle scelte che li riguardano ed è la massima espressione della democrazia diretta. Il Regolamento in discussione, su proposta dell’ex Sindaco ed attuale Consigliere comunale di minoranza Luigi Gravagnuolo, riesce a garantire tale esercizio e fruizione ai cittadini oppure si rappresenta come una semplice farsa in cui vengono calpestati sempre di più i diritti di partecipazione dei cittadini?
Non bisogna essere scienziati o luminari della politica per fare due conti elementari: il quorum necessario di firme da raccogliere per presentare un referendum abrogativo o consultivo è pari al 20% degli iscritti nelle liste elettorali. Ciò significa oltre 9.000 firme per il Comune di Cava. La percentuale più alta dell’intera nazione! Anziché incentivare la partecipazione ed adempiere alla volontà dei cittadini si cerca di bloccarla.
Con un’assurda invenzione la percentuale si dimezza al 10% in funzione della modalità per il voto: se quella tradizionale con scheda oppure con voto telematico. Una specie di incentivo, ma che necessariamente riporta e richiama nei fatti ad un nuovo regolamento sul voto telematico. Ed ancora, anche per i referendum richiesti dagli stessi Consiglieri comunali abbiamo due quorum: uno di 2/3 per tutte le materie possibili, che scende ad 1/3 qualora oggetto del referendum fossero “solo” variazioni o norme dello Statuto Comunale. Una vera e propria “Dittatura della Maggioranza politica”.
Se uno riuscisse a superare tutti gli ostacoli frapposti al suo esercizio, ci si troverà di fronte al quorum necessario sulla validità del quesito e dovrà essere del 50% +1 degli iscritti alle liste elettorali. Ed ancora, dulcis in fundo, ciliegina sul regolamento avvelenato, occorreranno 90 giorni affinché il referendum abrogativo sia applicabile ed addirittura 4 mesi in caso di referendum consultivi, sempre che in questo lasso di tempo la maggioranza non voti contro la volontà popolare ed annulli di fatto gli effetti del referendum.
Non entriamo nel merito degli oggetti del referendum e dell’ammissibilità degli stessi per ovvie ragioni di spazio, ma il Cava5stelle denuncia con forza all’opinione pubblica ed alla cittadinanza che con questo regolamento in discussione si stravolgono gli obiettivi di partecipazione e di consultazione dei cittadini.
I cittadini fanno paura e la loro volontà va governata sempre dalla mediazione politica: per amor di Dio e per il bene dei cittadini, cestinatelo. La partecipazione, la volontà popolare, la democrazia sono i padri della rappresentanza politica ed i suoi datori di lavoro, la concezione, i regolamenti e gli istituti per la partecipazione sono le cartine di tornasole di una classe politica che ritiene i cittadini suoi sudditi. Sembrava una buona notizia per i cittadini, ma così non è.
cava5stelle.it
Fonte: Il Portico
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