Tu sei qui: CronacaScoperti a curare la coltivazione di marijuana: a Ravello arrestati padre e figlia [FOTO]
Inserito da (redazionelda), venerdì 18 settembre 2020 10:06:11
Come già anticipato, nella giornata di ieri i Carabinieri della Compagnia di Amalfi hanno arrestato due persone di Ravello per coltivazione illegale di marijuana. A seguito di numerose segnalazioni pervenute presso la locale caserma circa la presenza di movimenti sospetti nei pressi di un'abitazione isolata, nella frazione di Torello, i militari, diretti dal capitano Umberto D'Angelantonio, hanno deciso di approfondire le ricerche effettuando un'attività mirata sul terreno interessato.
Al termine di un lungo servizio di osservazione, controllo e pedinamento, gli uomini dell'Arma si sono resi conto che in mezzo ai terrazzamenti coltivati a limoneti, nei pressi di un immobile di proprietà di soggetti già noti alle Forze dell'Ordine, "spuntavano" delle infiorescenze alquanto sospette, che addirittura superavano in altezza delle piante di limoni, benchè ci fosse un telone che cercava di occultare il tutto.
Per questo motivo è stato effettuato un servizio specifico, durato più giorni, che ha consentito di cogliere sul fatto due persone, rispettivamente padre e figlia, di 74 e 45 anni, entrambe note agli uffici, che erano intente a controllare le piante, verosimilmente pronte per essere raccolte e destinate al mercato illegale del piccolo centro e della Costiera.
Nel complesso sono stati sequestrati 18 arbusti di canapa indica, dell'altezza variabile tra i 2 metri ed i 3 metri e mezzo, aventi un valore complessivo sul mercato di circa 20 mila euro.
Sentite le giustificazioni addotte, per i due sono scattati gli arresti domiciliari per il reato di produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope e sono stati messi a disposizione dell'Autorità Giudiziaria che ha fissato il rito direttissimo per la giornata di oggi.
Le essenze, dopo essere stata estirpate, sono state sequestrate e messe in custodita all'interno di locali idonei in attesa delle analisi tecniche e della successiva distruzione disposta dalla magistratura. Sono attualmente in corso ulteriori indagini per individuare gli altri autori del reato, in quanto dai primi accertamenti è emerso che il terreno non risulti di proprietà degli arrestati.
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Fonte: Il Vescovado
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