Tu sei qui: CronacaSi toglie la vita a Nocera Inferiore, l’ultimo saluto a Seid Visin: «Ci sono cuori fragili che implodono»
Inserito da (redazioneip), domenica 6 giugno 2021 08:59:14
«La lezione che siamo chiamati ad imparare è quella che ci vede impegnati nell'uscire dalle nostre solitudini. Se lo facciamo, potremo arginare il deflagrante potere del male di vivere che attenta alla vita. Oggi più di ieri. Fuori da ogni retorica e lontano dalla letteratura. Ci sono cuori fragili che implodono». Sono le parole don Andrea Annunziata durante il funerali di Seid Visin, il calciatore 20enne di origine etiope che si è tolto la vita giovedì a Nocera Inferiore.
Ad intervenire durante la celebrazione anche il sindaco Manlio Torquato: «Piango la scomparsa di Seid, per la sua giovanissima età, per il modo in cui se ne è andato, per la sua storia, per suo padre Walter e sua madre. Per i suoi amici, i ragazzi della sua età che lo hanno amato e ammirato per il suo talento, la sua eleganza».
«Ovunque vada sento sulle spalle come un macigno il peso degli sguardi prevenuti, schifati, impauriti», aveva scritto due anni fa Seid. Durante i funerali le sue parole sono state lette tra gli applausi commossi. I genitori, tuttavia, assicurano che quello sfogo del 2019 non può essere collegato direttamente con il suicidio: «Il gesto estremo di Seid non deriva da episodi di razzismo», hanno dichiarato all'emittente televisiva Telenuova.
Le parole di quella lettera fanno trasparire un profondo disagio e una grande fragilità, la stessa che lo aveva allontanato dal mondo del calcio professionistico. Seid, infatti, sognava di diventare un calciatore ed era entrato nelle giovanili del Milan, condividendo il terreno di gioco con Gianluigi Donnarumma e Manuel Locatelli.
«Vivevamo insieme in convitto - ricorda il numero 1 della Nazionale- Sono passati alcuni anni ma non posso dimenticare quel suo sorriso incredibile. Era un amico, un ragazzo come me».
«L'ho conosciuto nel periodo delle giovanili del Milan. - racconta Locatelli. - Condividevamo assieme le stanze e gli spazi del convitto rossonero, prima a Rozzano, e poi a Milano nei pressi di San Siro, sempre assistiti dai tutor che avevano il compito di farci studiare e seguirci anche nelle ore di riposo. Di lui ricordo la straordinaria solarità, la voglia di vivere e di sorridere sempre sia con i compagni di squadra coetanei sia con noi, più grandi di qualche anno. La notizia della sua morte mi lascia dentro moltissima tristezza».
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Fonte: Il Portico
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