Tu sei qui: CronacaSpaccio di droga, scoperte le tecniche per adescare
Inserito da Il Mattino (admin), martedì 16 ottobre 2001 00:00:00
Per loro avviare i giovanissimi alla droga è facile, come offrire un caffè o un gelato a uno dei bar del corso principale. L'erba viene fatta provare e poi riconsegnata bella e pronta. A piccole dosi, in bustine trasparenti. Chi cade nella rete non deve conoscere i vicoli malfamati dell'hinterland napoletano da dove arrivano i rifornimenti. Deve soltanto fare un giro in «piazza», fermarsi davanti ad uno dei luoghi insospettabili, seguendo alcuni segnali criptati. Non ancora del tutto decifrati. «Abbiamo ragione di credere - avvertono gli inquirenti - nell'esistenza di un florido traffico di droghe leggere destinato ai minorenni, che vengono adescati in pieno centro, secondo tecniche del tutto insospettabili». Come quella di sabato sera che ha portato all'arresto di Gianluca Bisogno, 26 anni, con problemi di droga ed alcuni precedenti per spaccio, acciuffato dai carabinieri della stazione locale, guidata dal comandante Giuseppe Recchimuzzi, mentre riforniva al suo cliente ben 10 dosi di hashish.
Il lavoro investigativo
Ed ancora la settimana scorsa, sempre i militari incastrarono Gennaro Lamberti, 22enne, residente in via Caselle Superiori, prima che riuscisse a liberarsi di circa 10 grammi di fumo, già suddiviso in dosi. Insieme a loro, altri pusher che, dicono gli investigatori, sono al passo con i tempi, usano carte clonate per inviare messaggi sms. I giovani consumatori di hashish e marijuana leggono sul display del loro cellulare dove andare ed a che ora fare il «giro» al corso. Dal lavoro investigativo di questi mesi risulta che molti giovani dei primi anni delle superiori vengono avvicinati e contattati all'ombra dei portici, proprio davanti ai luoghi di ritrovo: la sala giochi dove ci si incontra con la comitiva, il bar dei pomeriggi liberi o la rosticceria del sabato sera. Ed una volta che le loro strade si sono incrociate è fatta. Perché ormai il traffico è noto e prima o poi il corriere ritorna. In genere anche loro, i pusher, sono tossicodipendenti in cerca di guadagni per il prossimo rifornimento. Sono solo una delle diramazioni di un'organizzazione che si serve anche di molte donne per non rendersi riconoscibile. A far incrinare il sistema qualche soffiata di chi ha visto e ha deciso di parlare. Dando il via ad un oculato lavoro, fatto di pedinamenti e appostamenti, capace di cogliere i pusher in flagrante. Dietro a questi traffici, però, c'è ancora una grossa ombra: chi ha dato l'ok? Chi controlla il sostanzioso giro di soldi?
Fonte: Il Portico
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