Tu sei qui: CronacaTeatro Senza Rete, spettacolo al CUC
Inserito da (admin), martedì 29 luglio 2008 00:00:00
Questa sera, alle ore 20.30, presso la Sala Teatro del Club Universitario Cavese, sito nella Villa Comunale di Cava de'Tirreni, la Compagnia "Teatro Senza Rete" presenterà "Il sogno di Cumpare ‘Ntuono" ovvero "Il buffo sogno di una notte di mezza stagione!", spettacolo teatrale e musicale in un tempo. L'evento è organizzato dall'U.O. Salute Mentale - DSM Asl Sa1 Distretto n. 4 Cava/Vietri e dall'Associazione culturale "Anima Grande".
Note di regia
Nella letteratura teatrale il sogno è un luogo privilegiato dei drammaturghi. Da Calderòn a Shakespeare, da Strindberg a De Filippo, i sogni sono la molla di molte azioni teatrali. Luogo privilegiato perché realtà/non realtà, cioè mondo non reale che facilmente si può confondere con quello reale. Un mondo al confine, insomma. E nei sogni può succedere di tutto! Nel "Sogno di una notte di mezza estate", Shakespeare mette in scena, a metà tra la società ideale degli uomini nobili e quella fantastica dei folletti, la società reale di un'improvvisata compagnia teatrale, fatta di artigiani,che deve mettere in scena "Le nozze di Piramo e Tisbe".
Quello che si legge, tra le righe delle loro battute divertenti ed assurde, è la volontà di donare un'azione "inutile", quella del teatro, mossi solo dalla passione e da un atteggiamento innocente nei confronti della vita. Laddove, invece, i folletti si muovono per dispetto e gli uomini nobili o per passione sensuale o per interesse. Il loro approccio al teatro è semplice, ingenuo, fatto di elementi poveri, ma assolutamente più fantasiosi, teatrali ed incredibilmente moderni. È per omaggiare questa compagnia (frutto non tanto della fantasia, quanto dello spirito di osservazione di Shakespeare), compagnia che molto ci somiglia e che sentiamo vicina nello spirito, che abbiamo scelto di parafrasare, nel nostro titolo, quello del capolavoro tra i sogni di uno dei più grandi sognatori di tutti i tempi.
Che emozione recitare!
Portare in scena le emozioni di chi sta lottando per superare le proprie difficoltà psicologiche e ricondurle all'interno di uno spettacolo che nulla lascia trasparire, se non l'evento artistico e drammaturgico, è un'operazione che riveste un valore di notevole significato culturale, oltre che clinico ed artistico. Il teatro ha una sua valenza riabilitativa nei trattamenti dei disturbi di ordine psichiatrico, soprattutto di quelli più gravi. Rispetto ad altre attività espressive, infatti, come la pittura o la ceramica, il teatro presenta aspetti propri, legati alla recitazione. Nell'attività teatrale, ad esempio, l'aspetto socializzante ha un'azione ancora più efficace: non a caso i gruppi teatrali si definiscono "compagnie". Al loro interno si stabiliscono legami molto stretti, si genera un clima di complicità. Inoltre, il teatro ha una sua struttura ed un suo setting, che nei processi di cura ha una funzione basilare di efficace contenimento.
Il setting teatrale è rappresentato dalla funzione del regista, che è conduttore e detta le regole, da uno spazio scenico ben delimitato e da un copione entro il quale chi partecipa al gioco teatrale deve restare condividendolo. La rappresentazione davanti ad un pubblico ha aspetti curativi propri. Innanzitutto, c'è il raggiungimento di un obiettivo, e nei processi riabilitativi questo è particolarmente importante: è il portare a termine un proprio lavoro! Inoltre, andare in scena insieme agli operatori, avendo lo stesso ruolo, le stesse paure, le stesse emozioni, diventa gratificante per ognuno. Nei laboratori teatrali, infatti, si fa teatro senza modificare nulla dell'approccio teatrale e gli operatori che accompagnano i pazienti partecipano anch'essi allo stesso modo e dalla stessa parte. Non va dimenticata la gratificazione legata all'applauso: prendersi l'applauso fa bene da un punto di vista affettivo! Ebbene, dopo lo spettacolo ciascuno esce dalla scena con un po' più di stima di sé... e non esistono farmaci che riescono a produrre tale effetto!
I protagonisti
- Antonella Avagliano, Veronica Benincasa, Fiore D'Amato, Angela Della Corte, Carmela Di Domenico, Anna Donnarumma, Giuseppe Galdi, Antonio Manzo, Antonio Pepe, Augusto Petti, Francesco Petti, Stefano Sassolino, Gennaro Valese e Giuseppe Vitolo
- Service audio/luci: Buonocore Production
- Costumi: Laboratorio dell'Associazione Culturale "Atellana"
- Scenografia: Laboratorio dell'Associazione Culturale "A.I.L.A.M.P."
- Musiche eseguite dal vivo: Michela Coppola, Osvaldo Costabile e Gennaro Valese
- Assistente alla regia e con un testo di Gennaro Ferrara
- Regia: Francesco Petti e Giuseppe Vitolo
Fonte: Il Portico
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