Tu sei qui: CronacaTragedia di Furore, il legale dello skipper accusa comandante veliero di «influenzare la direzione delle indagini»
Inserito da (PNo Editorial Board), mercoledì 9 agosto 2023 11:36:54
L’incidente marittimo che il 3 agosto scorso ha scosso la Costa d’Amalfi, ha colpito profondamente l'intera comunità locale. A 6 giorni dalla tragica collisione in mare al Fiordo di Furore, che ha portato alla morte della turista americana Adrienne Vaughan, il veliero Tortuga continua ad essere ancorato al molo Manfredi di Salerno, nonostante la richiesta di dissequestro avanzata dai legali del suo comandante e proprietario. Lo scrive oggi il quotidiano "Il Mattino".
La Procura, infatti, sta ancora conducendo gli accertamenti necessari a chiarire le dinamiche dell'incidente tra il veliero Tortuga e il gozzo Aprea Mare, a bordo del quale viaggiava la sfortunata turista.
Com'è prassi, le perizie tecniche non si stanno concentrando solo sul motoscafo guidato dal 30enne di Massa Lubrense, che è stato indagato per omicidio colposo e naufragio colposo perché positivo all’alcol test e al drug test, ma anche sul veliero, il cui comandante è risultato "pulito".
Il legale dello skipper, nel frattempo, ci ha tenuto a precisare che «è essenziale attendere rispettosamente i risultati dell'esame autoptico e delle perizie tecniche dell'incidente», contestando «le dichiarazioni che sono state riportate su alcune testate giornalistiche e attribuite al comandante del Tortuga. Queste dichiarazioni, oltre a essere inappropriate date le indagini in corso, sembrano costituire un tentativo inaccettabile di influenzare la direzione delle indagini».
Il comandante del veliero, infatti, a "Il Mattino" aveva dichiarato: «Quella è stata una manovra suicida, quel marinaio era un esaltato. La cosa che più mi fa male e, soprattutto, che mi è rimasta impressa nella mente sono quei due bambini seduti su una panchina del porto di Amalfi che, alle 11 di sera, avevano ancora i costumi addosso e non sapevano che la mamma era morta. Ho due figli di quell'età e in loro ho rivisto i miei ragazzi».
In risposta, l'avvocato del comandante Gallo ha replicato: «Credo che chiunque sia coinvolto nelle indagini, sia presso la Procura che presso la Capitaneria, non sia così ingenuo da farsi guidare semplicemente dalle dichiarazioni di terzi. È indubbio che il mio cliente abbia deliberatamente fornito una testimonianza delle circostanze che ha osservato, in quanto ha vissuto un'esperienza traumatica sia come padre che come professionista. È evidente che è stata la piccola imbarcazione a impattare con il veliero. Come già chiarito dalla Procura, non vi sono dubbi sulla dinamica dell'incidente, ma piuttosto sulle cause che non sono in alcun modo imputabili alla condotta del veliero».
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Fonte: Il Vescovado
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