È attesa per oggi la sentenza definitiva del processo in secondo grado contro l'ex ingegnere capo del Comune, Mario Mellini, e l'imprenditore Antonio Di Donato.

I due imputati furono condannati, nel febbraio del 1998, ad 1 anno e mezzo (nel caso di Mellini) e ad 1 anno e 5 mesi (Di Donato) per la vicenda giudiziaria legata all'affidamento dei lavori per la costruzione del trincerone ferroviario. I giudici della Corte d'Appello di Salerno dovranno pronunciarsi dopo aver ascoltato, nelle precedenti udienze, la requisitoria del sostituto procuratore Zampoli e gli avvocati del collegio difensivo (Giovanni Del Vecchio, difensore di Mellini, e Paolo De Caro, avvocato di Di Donato) e della parte civile (l'avvocato Agostino De Caro rappresenta in aula il Comune di Cava de' Tirreni). Per oggi è fissata l'ultima udienza, che dovrà scrivere la parola fine su un processo che all'epoca dei fatti sconvolse l'opinione pubblica cittadina. La Procura, dopo una serie di indagini scattate col deposito di una denuncia, concernente l'appalto per la realizzazione del trincerone ferroviario, ottenne l'arresto di Mellini e dell'imprenditore Di Donato. Nei confronti dei due indagati le accuse furono pesanti: corruzione, concussione, turbativa d'asta e falso. Secondo l'impianto accusatorio, quel progetto era stato "confezionato" per l'impresa cavese. L'ipotesi accusatoria fu, in parte, ribaltata con la sentenza dei giudici di primo grado, che assolsero Mellini e Di Donato dalle accuse più gravi (turbativa d'asta, corruzione e concussione), lasciando in piedi solo il reato di falso.