Il Comune propone appello ad una sentenza emessa dal Giudice del lavoro. Cinque graduati dei Vigili urbani (Claudio Argentino, Silvio Esposito, Francesco Fabbricatore, Pasquale Parente e Mario Sellitto) chiedevano di essere inquadrati in una categoria superiore, con conseguente condanna del Comune al pagamento di quanto dovuto «a titolo di differenza paga tra qualifica di inquadramento e quella invece dovuta». L'Ufficio legale comunale, invece, ritiene che «non ricorre l'ipotesi dello svolgimento delle mansioni superiori, perché quelle svolte dai graduati erano proprie della categoria di appartenenza». Il Giudice del lavoro, con un suo dispositivo, da un lato ha respinto la domanda per l'inquadramento alla categoria superiore, ma dall'altro, muovendo dall'assunto secondo cui i ricorrenti avrebbero svolto mansioni effettivamente di grado superiore, ha riconosciuto il loro diritto al corrispondente trattamento economico ed ha condannato il Comune al pagamento delle differenze di stipendio. L'Ente locale non ritiene valida tale valutazione, in quanto «contraddittoria ed illogica». Secondo l'Ufficio legale, il giudice cade «in un'evidente confusione e non consente di comprendere se si riferisca solo alle mansioni superiori svolte o intenda far retroagire l'inquadramento, con le ovvie conseguenze sul piano giuridico».