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Vince la Brexit, Gran Bretagna fuori dall'Europa. Leave verso il 52%, Sterlina in caduta

Inserito da (redazionelda), venerdì 24 giugno 2016 06:16:53

La Gran Bretagna prepara le valige, pronta a lasciare l'Europa che da oggi avrà una stella in meno. Al referendum vince la Brexit: il Leave è al 52%, con quasi un milione di voti di vantaggio, quando mancano ormai poche decine di circoscrizioni ancora da scrutinare.

Se la tendenza attuale non si modifica con un voto massiccio pro-Ue dei collegi di Londra e di alcune altre aree urbane ancora da scrutinare, il fronte Leave può vincere il referendum sulla Brexit con il 53% contro il 47 di Remain. Lo afferma Michael Thrasher, politologo ed esperto elettorale di Skynews, basandosi sul 40% circa dello scrutinio.

Skynews comincia a ipotizzare apertamente le dimissioni del primo ministro conservatore britannico David Cameron - già domani - in caso di sconfitta del fronte filo-Ue di Remain al referendum sulla Brexit. Sconfitta che ad oltre metà spoglio appare verosimile, con Leave ora attorno al 51,5% dei voti, dato che rovescia clamorosamente l'opinion poll diffuso a chiusura dei seggi.

Manchester alimenta un lumicino di speranza per il fronte filo-Ue con un 60% di suffragi per Remain, che riportano lo svantaggio da Leave attorno a 400.000 voti. Restano alcuni grandi collegi di Londra e Birmingham, fra quelli da conteggiare, ma le possibilità di rimonta di Remain si riducono comunque con il passare dei minuti

"Questa è la vittoria che significa un nuovo giorno dell'indipendenza per il nostro Paese. E' l'alba di un Regno Unito indipendente". Lo ha detto il leader euroscettico dell'Ukip Nigel Farage, dando per scontata una vittoria del Leave. "Se il Leave vince, il premier David Cameron si deve dimettere "immediatamente. E' arrivato il momento di liberarci da Bruxelles", ha aggiunto. Quella che si profila per la Brexit, secondo il leader dell'Ukip, Nigel Farage, è "una vittoria della gente vera, una vittoria della gente ordinaria, una vittoria della gente per bene. Abbiamo lottato contro le multinazionali, le grandi banche, le bugie, i grandi partiti, la corruzione e l'inganno. Credo che ora Leave vincerà". Farage, urlando davanti ai suoi fan, ha detto che "abbiamo vinto senza sparare un solo proiettile, ma solo combattendo sul territorio". La vittoria, ha detto, "ci farà lavorare tutti insieme" e ci farà abbandonare la bandiera dell'Ue e Bruxelles. "Il 23 giugno passerà alla storia come Independence Day".

Borse a picco e sterlina in caduta libera. La sterlina, dopo un avvio iniziale trionfante sulla scia dei sondaggi (volata ai massimi dal 2015, sfiorando gli 1,50 dollari), è crollata nella notte man mano che arrivavano i dati del vantaggio del "leave" dalla Ue, segnando un calo del 5% sul dollaro e arrivando a sfiorare 1,33: un crollo che ha superato quello del 1985. Le fluttuazioni della sterlina andranno negli archivi come le più forti di sempre. La perdita nel giorno del referendum aveva già superato quella del "mercoledì nero" del 1992, quando la crisi valutaria spinse la Gran Bretagna fuori dal Sistema monetario europeo.

Gelata pure sui contratti futures sull'indice Ftse della Borsa di Londra e sugli indici di Wall Street: i derivati sono in caduta libera negli scambi con conseguenze anche sulla tenuta della sterlina. In calo anche le quotazioni del petrolio.

Le Borse europee già durante la giornata di giovedì avevano scommesso sulla permanenza della Gran Bretagna nell'Ue e sono rimaste tutte in territorio positivo. Anche le Borse dell'area Asia-Pacifico, in particolare quella di Tokyo, venerdì mattina hanno aperto in modesto rialzo, nonostante i dati contrastanti dello spoglio in corso in Gran Bretagna. Nelle contrattazioni in Asia la sterlina si è svalutata del 3,4% nei confronti dello yen. Con il trascorrere delle ore, però, tutti gli indici sono diventati negativi e stanno scendendo a picco.

Anche l'euro risente della notte di incertezza e tensione: è scivolato sotto quota 1,10 dollari da un massimo di oltre 1,14 toccato dopo la chiusura delle urne. E' il livello più basso dallo scorso marzo.

Fonte: Il Vescovado

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