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Tartufi in Costiera Amalfitana, trovate 4 specie. Si pensa a coltivazione del 'tesoro della terra' [FOTO]

Inserito da (redazionelda), martedì 28 febbraio 2017 21:28:40

(ANTEPRIMA) Anche in Costa d'Amalfi si "trovano" i tartufi. La piacevole scoperta lo scorso week-end a cura dei soci dell'Associazione Sostenitori della Cultura Idnologica Lucana (ASCIL), giunti nella Divina Costiera per prendere parte ai lavori del convegno "Agricoltura e Turismo: un matrimonio che s'ha da fare" promosso dal Comune di Furore.

Scopo dell'associazione con sede a Potenza quello di rafforzare la cultura de tartufo nel pieno rispetto della natura allo scopo di salvaguardare questo "tesoro della terra". E alla teoria è seguita la pratica: nel corso dell'escursione programmata di domenica mattina, sotto la guida esperta del presidente Gian Luigi Rana e del suo vice Antonio Pagano, giunti da Filiano, centro potentino di 3mila anime, Scilla, Lagitto romagnolo di sette anni (unica razza riconosciuta come cane da turtufo dall' Ente Nazionale Cinofilia Italiana) ha cominciato a scavare sulle alture di Paipo, sulla parte alta del Lattari, nel comune di Agerola.

Qui la terra generosa ha restituito ben quatto diversi esemplari di tartufo: Tuber borchii, Tuber rufum, Tuber escavatum e piccoli funghi ipogei appartenenti al gruppo tassonomico delle Genea, tutti perfettamente rispondenti alla stagionalità, alla vegetazione presente, con prevalenza di querce, castagni e carpini e la tipologia di terreno di natura calcarea e con ph basico. Solo questo lascia buone speranza al sindaco Raffaele Ferraioli, convinto che al "monoteismo" della coltivazione del limone vanno introdotte colture nuove «capaci di ammaliare ed attrarre quel turismo che troppo spesso, nel passato, «come uno sposo riottoso e sleale, ha sedotto e abbandonato la tradizionale agricoltura amalfitana».

E' dunque possibile la coltivazione del tartufo nei nostri territori?

«Certamente - ci risponde convinto il professor Rana - La specie di tartufo che è più facile coltivare e che offre maggiori percentuali di successo è, senz'altro, il Tuber aestivum Vittadini, detto volgarmente "scorzone", "maggengo" o "tartufo estivo". Questo tartufo matura da maggio in poi e per verificarne la presenza sul territorio sarà necessario effettuare ulteriori esplorazioni in primavera inoltrata».

Quindi ritornerete per ulteriori verifiche?

«Sì, se nelle escursioni programmate per i prossimi mesi riusciremo ad individuare aree che lo producono naturalmente, non sarà affatto azzardato pensare che, con i giusti accorgimenti, si possa programmare, poi, l'impianto e la conduzione di tartufaie coltivate anche in questi luoghi».

Quale sarà il ruolo dell'ASCIL?

«Di fornire, tramite i suoi esperti, il dovuto supporto scientifico per la corretta valutazione della sussistenza delle condizioni pedoclimatiche indispensabili per il raggiungimento dell'obiettivo prefissato».

A sera immancabile appuntamento gastronomico all'Hostaria Bacco per una serata a tema dal titolo "Il tartufo incontra i Vini della Costa d'Amalfi" organizzata dal sommelier professionista Daniele di Palma, con la Urbani Tartufi e la delegazione AIS (Associazione Italiana Sommelies) Costa d'Amalfi. Tre i vini selezionatii, bbinati ai piatti a base di tartufo: il Furore Bianco di Marisa Cuomo, il Fiano Extra Dry d'Antiche Terre e il Cardamone di Reale.

All'evento hanno preso parte, tra gli altri, il dottor Giovanni Madonna che ha parlato della sua esperienza come coltivatore di zafferano e produttore di formaggio (castrone furorese) e il celebre chef stellato Nino Cannavale del ristorante Il Pacapè di Aversa che ha presentato un dolce al tartufo bianco d'Alba con latte nobile irpino.

Per quanti volessero approfondire le proprie conoscenze sul tartufo, segnaliamo il sito dell'ASCIL www.profumodilucania.it

Fonte: Il Vescovado

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