Tu sei qui: Economia e TurismoAppello di Tatomir: "Basta critiche"
Inserito da (admin), mercoledì 14 settembre 2005 00:00:00
Sono ripresi ieri pomeriggio a Mugnano del Cardinale gli allenamenti settimanali della Cavese. Dopo il pari casalingo di domenica scorsa, Sasà Campilongo ed i suoi proveranno a raccogliere di più dal prossimo turno. A Castel San Pietro trasferta sulla carta abbordabile per i metelliani. Ma i pronostici nel calcio non sono mai certezze. A ricordarlo a se stesso ed agli altri ci pensa Alessandro Tatomir, il capitano aquilotto: «Tutte le partite hanno una storia che comincia e finisce al fischio dell'arbitro. Nessuna certezza c'è nel calcio. Quindi, l'invito per tutti noi è fare meno proclami e più fatti». Il bravo regista, illuminatore del gioco biancoblù, ha maturato moltissima esperienza in questi campionati. «Direbbero gli inglesi che molta acqua è passata sotto i ponti da quando ho cominciato a calcare quel terreno verde. Ma non sono così vecchio come mi si vuole presentare». A 33 anni e dopo 11 campionati tra Cl e C2, ha ancora tanta voglia di giocare e lo farà ancora a lungo perché si diverte. «Quando arriverà la noia, appenderemo le scarpette al chiodo. Per il momento, invece, ci sono e voglio restare in mezzo al campo il più a lungo possibile». La sua Cavese sembra ancora impacciata, poco fluida nel gioco, spesso leziosa. Come si spiega questa metamorfosi rispetto alla compagine sbarazzina della scorsa stagione? «Non lo so dire. E' prematuro per tutti fare processi sommari sul nostro gioco. Non dimentichiamoci che c'è stata molta rivoluzione nella rosa e che molti di questi calciatori si sono accasati in corso d'opera. Ciò significa moltissimo. E non sarei nemmeno così allarmista sul potenziale d'attacco. Che ci sia da lavorare è indubbio. Solo digerendo gli schemi cari al mister ed inserendosi al meglio negli stessi, si permetterà a tanti campioni che abbiamo la fortuna di avere con noi di crescere e, insieme a loro, di far crescere il gioco della squadra». Alessandro Tatomir non ha il fisico del leader, né tantomeno quello del calciatore trascinatore. Lui sa solo giocare bene. Sa trattare la palla come se fosse un vaso di cristallo, da mettere sui piedi dei compagni di squadra anche lontani decine di metri. Le sue giocate sono pennellate di colore sulla tela verde del "Lamberti". «Non sono un leader e non lo voglio essere. Voglio però divertirmi e raccogliere soddisfazioni. Lo scorso anno siamo andati vicini alla promozione. Spero di centrarla quest'anno. Lo meriteremmo tutti». Intanto, per la prima delle due trasferte che attendono la Cavese, a Castel San Pietro prima e Foligno dopo, cambiano i programmi degli allenamenti. Domani amichevole al "Simonetta Lamberti" con il Solofra. Venerdì, invece, dopo la seduta mattutina ed il pranzo, trasferimento ad Imola per il ritiro prepartita. «Abbiamo voluto far riposare meglio i giocatori - sottolinea il direttore amministrativo della società di via Sorrentino, Gennaro Brunetti - perché la trasferta di domenica è molto lunga. Saremo ospiti di un albergo a pochi passi dall'autodromo per tutta la vigilia dell'incontro».
Fonte: Il Portico
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