Tu sei qui: Economia e TurismoCarlo Cinque sugli attacchi della stampa estera a Positano: "Costruire è stato faticoso, per distruggere ci vuole poco. Cosa vogliamo fare?"
Inserito da (Admin), sabato 8 ottobre 2022 15:00:34
di Massimiliano D'Uva
Ogni anno puntualmente parte la campagna contro la Costiera Amalfitana con vari articoli che ne mettono in risalto le criticità e le problematiche del nostro territorio, altrettanto puntualmente, l'anno successivo aumentano i turisti... un aumento che non sempre porta però reali benefici!
La verità è sempre nel mezzo, illuderci di essere un luogo meraviglioso e che, solo per questo, le persone desidereranno sempre visitare può farci andare nella direzione sbagliata.
A lanciare un chiaro messaggio dal suo profilo Facebook è l'imprenditore positanese Carlo Cinque, dottore in Economia e patron di uno degli alberghi più esclusivi del nostro territorio: «A causa dell'overtourism che subiamo da qualche anno, iniziano ad uscire i primi articoli negativi che dipingono la nostra Costiera Amalfitana e Positano, in particolare, in modo poco lusinghiero. Costruire è stato difficile e faticoso, lo sapete quasi tutti, a distruggere ci vuole poco e le prime picconate iniziano già ad arrivare. Cosa volete fare? Continuare così a nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, oppure affrontare la realtà e iniziare, "finalmente", a prendere i provvedimenti del caso? Fare turismo non significa alzare la saracinesca, aprire la porta, accendere il computer e aspettare che qualcuno entri, compri, ci noleggi o ci prenoti qualcosa; fare turismo, in un piccolo comune - in senso territoriale - dalla grande attrattività, significa anche scegliersi i clienti, avendo la possibilità di farlo e oggi questa possibilità non è negata a nessuno, quindi perché non approfittarne. Cosa volete fare? Continuare con la deregulation - la non regolamentazione di nessun servizio turistico e soprattutto del traffico impazzito - e lasciare che il caso decida la nostra sorte futura? Oppure volete iniziare a impostare delle regole per preservare l'appetibilità delle nostre zone per i decenni e le generazioni future? E se qualcuno non l'avesse capito, stiamo parlando dei nostri figli, mica di estranei. Cosa volete fare ?¿?»
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