Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, Bondi disgustato per l'aggressione
Inserito da (admin), martedì 25 novembre 2003 00:00:00
Il suo sangue carioca in questo caso non c'entra nulla. Renato Rafael Bondi, attaccante 22ene, in prestito alla Cavese dalla Salernitana, è ancora amareggiato. Quei due ceffoni, beccati a freddo all'uscita dal campo di Isernia per "mano" di Manoni, bruciano ancora. Ben oltre il danno fisico. «Non riesco a capire - ha commentato il calciatore aquilotto - come si possa scendere così in basso. Nemmeno la tensione della partita appena pareggiata può giustificare il comportamento del giocatore molisano». Una gara maschia, quella combattuta allo stadio "Le Piane" di Isernia. La formazione di Domenicali voleva fare della Cavese un sol boccone, ma gli aquilotti non hanno voluto recitare il ruolo di agnello sacrificale. Ed hanno lottato a denti stretti, con bravura ed un pizzico di fortuna, per uscire indenni dalla bolgia isernina. Anche Renato Bondi ha svolto la sua parte. Dal 35' del primo tempo, da quando ha preso il posto dello sfortunato Schetter, alle prese con un risentimento muscolare che l'ha costretto a chiedere a Castellucci l'avvicendamento, ha dato filo da torcere alla retroguardia dell'Isernia. Un vero e proprio ossesso, una spina nel fianco. E così, qualche colpo di troppo è volato. Soprattutto in area. Come nell'episodio in cui un gomito alto di Manoni si è "accidentalmente" stampato sul volto del brasiliano. «Può capitare, si intende, ma probabilmente in quell'occasione - precisa Bondi - c'è stata un po' di cattiveria in più da parte del mio marcatore di turno. Mi sono rialzato ed ho protestato per il fallo. Abbiamo ripreso a giocare ed in altre occasioni ci siamo scontrati, ma senza premeditazione né cattiveria, se non quella agonistica». Invece, dopo il triplice fischio, all'uscita dal campo Manoni si è voluto vendicare, pensando bene di sfogare rabbia e delusione sull'aquilotto. «Mi sembrava che fosse tutto finito con il fischio dell'arbitro, come dovrebbe essere nel calcio. Sul campo si deve giocare con grinta e cuore, ma fuori da quel rettangolo deve finire tutto. Anche perché di grave tra noi non c'era stato proprio nulla durante la partita, se non a mio danno, vedi la gomitata. Manoni, invece, e questo mi dispiace profondamente, quasi a tradimento si è avvicinato minaccioso e mi ha dato un paio di manate. Peccato per lui. Se le poteva risparmiare». Bondi, dunque, più anglosassone che "latino"? Possibile? «Credetemi, ad Isernia non ho fatto nulla per istigare l'avversario, anche perché eravamo riusciti a strappare un pareggio d'oro su un campo difficilissimo ed in una partita aperta a qualsiasi risultato, visto anche quel gol "fantasma" non convalidato in pieno recupero a Gallicchio». L'episodio incriminato è passato inosservato alla terna arbitrale, ma non all'occhio elettronico dei fotoreporter presenti. La prova "visiva", però, non servirà, perché la Cavese non è intenzionata ad andare avanti. «Per quel che mi riguarda - conclude Renato Bondi - l'episodio, pur nella sua assurdità, l'ho già messo alle spalle. Non posso che biasimare Manoni per un comportamento antisportivo, mentre sono contentissimo per noi, perché la squadra dimostra ogni domenica di essere in crescita».
Fonte: Il Portico
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