Giorni febbrili in casa Cavese, ancora poco tempo a disposizione per evitare la cancellazione degli aquilotti dal professionismo. Non si può più sbagliare e bisogna correre, perché la scadenza del 30 giugno si avvicina sempre più.

Era prevista per ieri una riunione a Palazzo di Città, che sarebbe stata la terza in pochi giorni, per cercare di conoscere le possibilità di salvare la società dal baratro dell’esclusione, ma non sono potuti essere presenti il patron Giuseppe Spatola ed il sindaco Marco Galdi, per cui si sono potuti confrontare solo l’assessore allo Sport, Carmine Adinolfi, ed il presidente di “Sogno Cavese”, Francesco Bove. Ogni decisione è stata rinviata ad oggi, quando potranno essere presenti anche Galdi e Spatola.

C’è chi sostiene che per entrare in società occorra complessivamente oltre un milione di euro tra stipendi, fideiussione per l’iscrizione al nuovo campionato, contributi previdenziali, debiti pregressi ed altro (Spatola a tutt’oggi punta a recuperare qualche credito per poter lasciare ad altri la guida della società), quindi è difficile che possa essere un imprenditore solo ad accollarsi questa necessità. Occorrono entro venerdì i 500mila euro necessari a pagare le spettanze ai tesserati ed evitare nuovi punti di penalizzazione.

Il primo cittadino mantiene vivi i contatti con Luigi Calluori, ex presidente del Potenza, e con Giovanni Lombardi, ma non è facile che i due entrino in società prima dell’iscrizione della Cavese al prossimo torneo agonistico. Così come si poteva immaginare, la candidatura di Mario Gambardella perde consistenza. Insomma, se l’Amministrazione comunale non dovesse riuscire a trovare altre soluzioni a livello di imprenditori, per la Cavese sarà davvero dura sopravvivere.

Orlando Savarese