Tu sei qui: Economia e TurismoCavese, dura contestazione dei tifosi
Inserito da Andrea De Caro (admin), mercoledì 18 novembre 2009 00:00:00
Altra giornata calda per la Cavese, che ieri, alla ripresa degli allenamenti al “Lamberti”, è stata contestata da una trentina di tifosi, che hanno accolto gli aquilotti con cori, insulti e 2-3 petardi. Nel mirino dei tifosi è finito l’allenatore Maurizi, invitato dagli ultras in maniera molto chiara a dare le dimissioni e togliere il disturbo. Ma la contestazione non ha risparmiato, ovviamente, neanche la squadra ed in particolare alcuni giocatori, tra i quali Varriale e Bernardo, che sono stati fatti oggetto di cori di dissenso piuttosto espliciti ed anche per loro è arrivata puntuale la richiesta di fare le valigie.
Una protesta “rumorosa”, quella dei tifosi sugli spalti, ma che non ha creato alcun problema per il regolare svolgimento dell’allenamento degli aquilotti. Prima dell’ingresso in campo Maurizi si è soffermato negli spogliatoi con i propri calciatori, per analizzare la situazione e verificarne la disponibilità a proseguire questa avventura. Incassata la fiducia dei ragazzi, la squadra ha fatto il suo ingresso sul manto del “Lamberti”, con i “nuovi” avanti e leggermente più indietro la vecchia guardia.
«La contestazione dei tifosi ci sta - ha affermato al termine dell’allenamento Maurizi - perché hanno tutti il diritto di esprimere il proprio parere ed è normale e giusto che quando i risultati non arrivano i tifosi si facciano sentire. Adesso spetta a noi rispondere nel modo migliore, e cioè sul campo, riuscendo ad invertire immediatamente la rotta e riportare un po’ di serenità in tutto l’ambiente. La squadra? I ragazzi stanno bene, sono consapevoli della situazione ed hanno tutte le intenzioni di riscattarsi subito. Godere della loro fiducia per me è molto importante».
Riguardo la società e la fiducia “a tempo” accordatagli, Maurizi taglia corto, preferendo proiettarsi alla sfida di domenica ad Andria. «A me queste cose non interessano e continuo a lavorare come nelle settimane precedenti, cercando di fare il massimo per la Cavese. Poi, se tutti pensano che la colpa sia mia, io non tiro indietro. Non sono il tipo che scappa davanti alle prime difficoltà. Dimissioni? No, io non sono un vigliacco che abbandona la nave mentre affonda. Assolutamente. Resto al mio posto e mi prendo le mie responsabilità, anche se non credo che questa situazione dipenda esclusivamente da me. Ora, però, per me è fondamentale la prosecuzione del progetto impostato in estate e concentrarci tutti sulla trasferta di domenica. Sarà un’altra partita difficilissima, uno scontro diretto che dobbiamo affrontare con la giusta carica. Anche loro stanno vivendo una situazione difficile e sono stati contestatati dai tifosi, in maniera un po’ più pesante rispetto a noi. Insomma, sarà una gara importantissima per entrambe. Ma io sono certo che noi abbiamo la forza per risollevarci subito».
Maurizi, prima di congedarsi, si sofferma anche sulle voci insistenti che lo vedrebbero possessore di quote della Cavese. «Ma non diciamo sciocchezze, non ho alcuna quota né riesco a capire per quale motivo le dovrei avere. Pensiamo alle cose serie ed alla prossima gara con l’Andria». Intanto, una nuova batosta per la societá metelliana è arrivata dal giudice sportivo, che, oltre a squalificare per un turno Bacchiocchi, ha inflitto una multa di 5.000 euro alla Cavese per uno striscione esposto al Lamberti “contenente espressioni di incitamento alla violenza” e per l’accensione di tre fumogeni.
Maurizi-Pavone, separati in casa
Pace armata in casa Cavese. La sconfitta col Potenza pareva essere diventato il capolinea per Maurizi e, invece, una lunga e turbolenta riunione della dirigenza ha partorito il topolino: il tecnico resta al suo posto, per ora, e qualsiasi decisione sarà presa dopo l’Andria. Decisione che ha scontentato i tifosi e prolungato una situazione anomala che si protrae dall’estate. Infatti, questa “nuova” Cavese nata in estate è apparsa ai più subito con le fondamenta “fragili” per alcune decisioni discutibili. In primis la decisione di prendere un allenatore ed acquistare alcuni calciatori prima dell’arrivo di Pavone. Che, per il ruolo, dovrebbe essere quello che porta l’allenatore e con lui, in base alle direttive societarie, fa gli acquisti. Fatto il contrario: risultato ottenuto è che l’allenatore ed il ds vivono da “separati in casa”.
Fonte: Il Portico
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